Internet è utile, dilettevole e capace di meravigliarci ogni giorno, offrendo strumenti e servizi gratuiti a getto continuo e aggiornati in tempo reale.
Come fare a meno di… tutto il sapere a portata di un click, aggiornamenti per ogni professione, le più varie e fantasiose consulenze, consigli e rimedi per mal di testa, mal di schiena, fino alle patologie più sconosciute e poi le mappe con viste da ogni angolazione per cercare locali, persone, opere d’arte e molto altro ancora.
Tutto ciò che condividiamo e scriviamo sui social network, se non valutato accuratamente, può avere conseguenze molto serie sulla nostra vita e sulla nostra sicurezza. Nel celebre film dedicato alla nascita di Facebook, “The Social Network”, una frase riassume perfettamente il monito che tutti gli internauti dovrebbero tenere a mente: “Su internet non si scrive con la matita (…) ma con l’inchiostro”. Proprio perché Internet è così massivamente presente nelle nostre vite, nel 2004 è nato il Safer Internet Day (SID), un evento annuale, organizzato da Insafe e Inhope con il supporto della Commissione Europea, al fine di promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie. Nel corso degli anni, è diventato un evento di riferimento per operatori del settore, istituzioni e organizzazioni della società civile, arrivando a coinvolgere oltre 100 Paesi.
Tra le iniziative rientrano convegni, concorsi e campagne di sensibilizzazione incentrati su temi legati al cyberbullismo, alla pedofilia on-line, al revenge porn (la messa on line di contenuti di nudi senza il consenso della vittima), alla perdita di privacy, ma anche alla dipendenza da videogiochi e a uno stile di vita eccessivamente “pantofolaio” e per questo solitario, soprattutto tra gli utenti più giovani. “Be the change: unite for a better internet” (Siate il cambiamento: uniamoci per un internet migliore) è lo slogan scelto per l’edizione 2017, ed è finalizzato a far riflettere tutti su un uso più consapevole di Internet, ma anche sul ruolo attivo e responsabile che ciascuno di noi può avere.
Viene chiamata “generazione Z”, si tratta di tutti quei ragazzi nati tra la metà degli anni ‘90 e il primo decennio del nuovo millennio, cioè quello dei “millennials”. Alcuni sono maggiorenni, altri poco più che adolescenti, ma una cosa li accomuna tutti, sono “nativi digitali”, cresciuti tra smartphone, tablet, e computer e non riescono neppure ad immaginare che possa esistere un mondo senza Internet, senza connessioni virtuali e chat. Ma sapere come si usano i vari strumenti non significa necessariamente capire fino in fondo le insidie che si possono nascondere dietro lo schermo.
Gli ultimi numeri sul comportamento dei minori italiani sul web invitano alla massima attenzione. Secondo una ricerca commissionata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e realizzata dall’Università di Firenze e Skuola.net, il portale dedicato ai più giovani che da anni ha un focus proprio su queste tematiche, il 19% dei teenager dice di essere connesso tra le 5 e le 10 ore al giorno e quasi 1 su 5 di non poter fare a meno di Internet (neanche a scuola!), rimanendo sempre online.
In totale, dunque, il 40% passa buona parte della giornata navigando. I social network sono il loro mondo: più del 90% del campione intervistato ammette di usare le chat -tra cui WhatsApp svetta in solitaria- ogni giorno; qualcuno lo fa anche di notte (innescando il fenomeno del vamping, ovvero di notte, più che dormire, i teenager vogliono socializzare).
I dati purtroppo dimostrano che questi ragazzi si incontrano più virtualmente che di persona. La scuola ed i genitori possono fare ancora molto nel stimolarli a ridurre la dipendenza da internet e comunque è indispensabile che le ore dedicate al web avvengano nel modo più sicuro e consapevole possibile.
Alessia Melasecche