UN NUOVO PENSIERO

Quello che stiamo vivendo è un tempo assai difficile: prima la pandemia che ancora non ci lascia, dopo due anni e mezzo, con milioni di contagiati e centinaia di migliaia di vittime; poi la guerra in Ucraina, con tutte le conseguenze anche per noi, a partire dal caro vita e dalla penuria energetica; un mondo, se non pacifico, almeno multilaterale che vede, invece, il pericoloso riemergere della politica di potenza e la sostituzione della diplomazia con schieramento di super missili e cannoniere; la invivibilità della propria terra che si estende a tanti paesi poveri e milioni di persone, causando sofferenze indicibili e nuovi travolgenti flussi migratori. 

La crisi climatica diventata oramai emergenza, con ghiacciai perenni che si sciolgono e crollano, siccità mai viste nella storia, alluvioni e tempeste di fuoco che si susseguono portando devastazione; una transizione ecologica dell’economia che non si avvia con la velocità e la determinazione necessaria a produrre decarbonizzazione, mitigazione e adattamento; in molte città europee, come Parigi, Amsterdam, Copenhagen, Bruxelles e Barcellona è già stata introdotta la limitazione della velocità dei veicoli a motore, cioè 30 km/h, nei centri urbani, con la drastica riduzione del volume di traffico, degli incidenti mortali e dell’inquinamento. 

Anche in Italia si sta muovendo qualcosa di simile nelle città emiliane; al momento, per le principali città umbre,  nulla è in vista su tali  misure che concretizzano la transizione ecologica. Con i problemi ambientali e climatici anche la crescita delle disuguaglianze, della povertà e delle ingiustizie, l’attentato ai diritti civili che corrodono dall’interno il patto sociale e la democrazia. L’illusione di poter reagire alla percezione di pericolo ed incertezze che tutto ciò provoca, con una chiusura difensiva e la “scesa in campo” dell’uomo (o della donna) forte, del potere autoritario cui affidarsi, scommettendo, ad occhi chiusi, sul futuro. 

Un potere che, se sarà, si mostrerà intollerante con le minoranze e le diversità, indifferente od ostile verso le regole condivise della democrazia; un potere che proverà a compattare una società articolata come quella italiana, con richiami all’ordine sovranisti e nazionalisti e comportamenti oppressivi, con la ricerca ossessiva del nemico e del traditore; spingendo la società stessa verso la rottura della solidarietà fra i ceti e le persone, con la negazione del riconoscimento sociale di tutti. Un potere incapace di affrontare la sfida epocale del cambiamento climatico, perché non sa e non vuole pensare ad un modello alternativo; ma anche quello della riduzione delle disuguaglianze che stanno disgregando la società. Più fatica, ad affermarsi ed a convincere e mobilitare, la incontra un pensiero alternativo, basato sulla esigenza di cambiare alla radice i modelli di vita e anche di relazione internazionale la cui crisi ci sta portando sull’orlo dell’abisso di uno stravolgimento delle condizioni della vita nella biosfera che ci ospita e di un conflitto mondiale, persino nucleare, al quale si stanno offrendo tante occasioni per l’incidente che può scatenarla.

Questo pensiero alternativo ha bisogno di un asse culturale di riferimento molto solido e mobilitante e di una politica capace di tradurlo in scelte strategiche, immediate e di medio lungo termine. Tali riferimenti esistono e sono l’Agenda 2030 dell’ONU, per lo sviluppo sostenibile, il Green New Deal europeo e la stessa enciclica papale “Laudato Sí “. I loro obiettivi di riforma e cambiamento del modello economico sono assai chiari e coraggiosi; per quanto è richiesto dallo stato drammatico delle cose del mondo. C’è da augurarsi che nella dura campagna elettorale che, dopo la sciagurata caduta del governo Draghi, si sta aprendo verso la prova elettorale del 25 Settembre, il confronto avvenga in prevalenza su questi temi di fondo, dai quali dipende il futuro di tutti e che possa prevalere la fiducia del popolo verso quelle formazioni politiche più attente e vicine ai valori contenuti in quei grandi riferimenti culturali, politici ed etici.

Giacomo Porrazzini