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Siamo tutti diversamente abili

Quella che racconto è una bella favola, anzi è l’inizio di una bellissima storia che cercheremo di sviluppare e far fiorire anno dopo anno. Mi riferisco a I Giochi della Valnerina, giochi per tutti, da giocare insieme, sia voi cosiddetti normodotati, sia noi cosiddetti diversamente abili. Vi presento intanto la cumitia (nome del dialetto ternano dal sapore miselliano), un insieme portentoso di intelligenze, di conoscenze, di energie, di abnegazione, di capacità realizzative di cui, credetemi, non si ha l’eguale se non nelle migliori associazioni del volontariato.

Anche noi, non maggiaioli ma giocaroli, svolgiamo volontariato a favore della nostra città e del nostro territorio e, ovviamente, paghiamo tutto di persona, ma almeno non siamo maleaccompagnati. Il volontario, si sa, non è renumerato, non perché non vale nulla, ma perché quel che fa è di inestimabile valore. Il volontario è umile, colto, cittadino tra i cittadini e non entrerà mai nelle mire delle altissime sfere. L’elenco delle persone, organizzatori, collaboratori, amici è interminabile, non basterebbe l’intera pagina.

Non posso comunque tacere alcuni nomi. Solo i nomi, sia perché ci basta riconoscerci tra di noi, sia perché nessuno è minimamente interessato ad arrampicate partitiche, anzi, siamo certi di essere tra i pochi ad impegnarci correttamente nella politica, nel suo vero, nobile significato e quindi totalmente lontani dai giochi della partitica. Riteniamo infatti che politica, problema, progetto siano parole identiche, addirittura le stesse, nei significati correnti, nella semantica, nella etimologia. Come dire: non fa politica, ma si nutre di partitica, chi non ha la piena conoscenza del suo territorio e della sua storia, non sa progettare e quindi non risolve i problemi dei cittadini. La cumitia, allora: Chiara, Cristiana, Nicolò, Gabriele, Stefano, Benito, Giacomo, Enrico, Adalberto, Francesco, Alessandra, Miro, Danilo, Rino. Vi ringrazio, a nome della città e del territorio.

Ci chiedono: ma dove avete trovato le risorse economiche per realizzare eventi di simile portata? Non possiamo non rispondere: l’abbiamo trovate tra noi, organizzatori, collaboratori e amici. Ringrazio tutti. Io personalmente ho contribuito in maniera sostanziosa. L’ho fatto con orgoglio e con gioia infinita, perché chi ama davvero i propri concittadini, dà soltanto, mai prende. Se è vero, come ammonisce Voltaire, che ogni uomo è responsabile di tutto il bene che non ha fatto, ebbene, io, credendo o illudendomi di essere uomo, voglio essere il meno responsabile possibile. E così le tre giornate sono fiorite. Ve le racconto con le foto che trovate all’interno, una piccola parte delle foto in nostro possesso. Vorrei farvi gioire mostrandovele tutte, ma La Pagina Umbria costa, moltissimo, e il mio portafogli è orribilmente sgonfio. Dalle foto vedete le attività svolte, i giocosi momenti.
Non vedete la fitta rete di relazioni che si stanno sviluppando per far sì che ogni anno, da aprile a luglio, si possano celebrare i giochi in tutta la Valnerina, da Castelsantangelo sul Nera ad Orte, con la presenza finalmente della città di Terni, da persone disattente ritenuta fuori della Valnerina, mentre la nostra Interamna Nahars è semplicemente il più grande e storicamente famoso insediamento proprio sul fiume Nera e dal Nera prende il nome. Di tutto vi informerò puntualmente.

Due i simboli dei Giochi. Uno, la maratoneta Ruth Chemitok, che ha annunciato proprio nel corso della Cerimonia di Apertura de I Giochi (a Piediluco) che riceverà il prestigioso riconoscimento Pierre de Coubertin World Fair Play Trophy il 15 ottobre a Budapest.
Il riconoscimento le è stato assegnato dietro proposta del Panathlon Club di Terni. L’altro, il ternano Gabriele Scorsolini, sedicenne ipovedente che ha suonato, durante la Cerimonia di Chiusura (a Ferentillo), l’inno della Valnerina, da lui composto.

Gabriele, seguito in particolare da Chiara Mari e Paolo Petasecca Donati, si allena per conquistare le vette dell’Himalaya. Per questo motivo Stefano Lupi ha organizzato, per noi e per il Coni di Terni, un incontro presso il Comune di Ferentillo (foto in prima pagina e qui accanto) per la consegna a Gabriele della bandiera de I Giochi, bandiera che lo accompagnerà ovunque, sia per rappresentare la nostra preziosa terra al mondo intero, sia quando mostrerà tangibilmente il coraggio da leone che lo pervade. È anche, e soprattutto, così che Terni e la Valnerina travalicano, con successo ed enorme ritorno d’immagine, i confini angusti che ancora siamo costretti a vivere. Seguiteci.

Tra poco assisterete ancora alle celebrazioni da noi volute (insieme a nostri corrispondenti di 8 nazioni estere, al Centro Internazionale per la Pace tra i Popoli di Assisi, al Centro per gli Studi dell’Alto Medioevo di Spoleto e a tanti altri), di Terni, città di San Valentino, capitale dei diritti umani.
Lo sanno ormai in tanti e in tanti luoghi, speriamo che anche qui qualcuno se ne accorga!

Giampiero Raspetti

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