Tu, da che parte stai?

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Uomo libero o cultore di privilegi? Questa prima diade è una diade morale, delinea nitidamente e divide nettamente l’intera umanità. Da una parte l’adoratore di privilegi, sempre prono al potere mafioso o a chi detiene, comunque, pezzi di potere, sempre alla ricerca di vantaggi di ogni tipo. Dall’altra chi, intendendo vivere con la sola industria di se stesso, si batte per una sana meritocrazia. Da una parte chi sostiene, a parole, il bene pubblico mentre usa il partito o la fazione o la setta per fini strettamente personali o relativi ai suoi complici. Tipico e molto attuale, anche se ha lontanissime e radicate origini, è chi usa la religione per combattere le idee degli altri o le religioni diverse dalla sua. L’uomo libero si pone invece dalla parte di tutte le fedi, purché democratiche, e di tutti i cittadini, non aspira a privilegi per se stesso o per i suoi amici. Sa che un vantaggio mafioso e amicale per taluno fatalmente comporterebbe danno per altri. Si batte solo con i propri mezzi, che si è guadagnato onestamente. Parteggia per chi è meno protetto e si impegna perché tutti abbiano le stesse opportunità, di base, almeno, per far emergere le rispettive diversità.

Egualitario o inegualitario? L’egualitario ritiene che la maggior parte delle diseguaglianze siano sociali e, in quanto tali, eliminabili. L’inegualitario, impermeabile agli insegnamenti della storia e arroccato sulla difesa di privilegi, parte dalla convinzione opposta, che siano cioè naturali e, in quanto tali, ineliminabili e ritiene essere inferiori coloro che nascono e vivono in una società diversa e, in generale, meno florida della sua. In realtà esiste davvero al mondo un essere inferiore a tutti gli altri ed proprio lui! L’egualitario lotta per rendere meno grande la disparità tra chi ha e chi non ha o per mettere in condizioni un sempre maggior numero di individui di essere meno diseguali rispetto a individui più fortunati per nascita e condizione sociale. La ragion d’essere dei diritti sociali come il diritto all’istruzione, il diritto al lavoro, il diritto alla salute, è di ragione egualitaria.

Moderato o estremista? Tale diade non rappresenta la natura delle idee professate, ma riguarda i modi e le strategie che le rendono auspicabili ed attuabili. L’attuale politica assiale colloca i moderati al centro e gli estremisti, appunto, alle estremità dell’asse cartesiano, ma niente è più falso: trovi moderati ed estremisti a destra, al centro, a sinistra. Nella politica assiologica invece stanno uno da una parte, l’altro da parte opposta, non si mischiano, non si camuffano. Il moderato è gradualista ed evoluzionista. Sue virtù tipiche sono quelle della prudenza, della tolleranza, della ragione calcolatrice, della paziente ricerca della mediazione: virtù necessarie nel mercato delle cose come nella dialettica delle opinioni, delle idee, degli interessi conflittuali. Rispetta cultura e tradizioni di tutti, non è appariscente, il suo compito è arduo: dialogare rivolgendosi all’intelletto. Il moderato affronta la discussione esponendo con chiarezza le sue opinioni, senza dileggiare quelle degli altri e attenendosi sempre al tema in discussione. L’attuale Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, è chiaramente, a mio modo di sentire, un moderato. Gli estremisti riempiono le scene, sono soverchiatori, comunicano con l’unico linguaggio che conoscono, quello ventrale (oggi la parola è edulcorata, si chiama populista), decidono da soli o, se costretti a discutere, cercano di arroventare la discussione parlando d’altro, portando paragoni senza senso, punzecchiando con battutine miserrime, ingiuriando, cercando di irretire l’avversario politico, dimostrando però così di avere torto marcio e di essere dei poveri semianalfabeti, anche se qualcuno di loro, dalla memoria prodigiosa, appare come grande erudito. L’estremismo, che interpreta la storia come procedente per salti qualitativi e per rotture, è catastrofico e si ispira emblematicamente alle virtù guerriere del coraggio e dell’ardimento. Ordine è la sua parola d’ordine. Ma il suo coraggio non lo porta mai a combattere da solo. Agisce sempre in combutta con altri estremisti, meglio se tanti contro pochi, meglio se con le spalle coperte da potere occulto. La contrapposizione del guerriero al mercante comporta inevitabilmente la giustificazione, se non l’esaltazione, della violenza: la violenza risolutrice, purificatrice, levatrice della storia, per la sinistra estremista rivoluzionaria; sola igiene del mondo per la destra estremista reazionaria.

Mondialista o localista? Conosco una giovanissima straniera che frequenta il liceo linguistico di Terni. Seria, molto seria. La mamma è una delle persone più oneste e dignitose ch’io abbia mai conosciuto. A diciassette anni questa giovane parla, non correntemente, ma splendidamente, 6 lingue. A scuola ha la media del 9. Si sente italiana ed è, per me, assolutamente italiana. Ordunque, in questa Italia che si ostina a voler tornare alle repubbliche marinare, per molti estremisti inegualitari questa giovane non dovrebbe mai essere italiana, mentre si ritengono e si onorano come italiani quelli, tra amministratori e governanti e politicanti, che sono pregiudicati, spergiuri, somari, analfabeti, fannulloni e ventrali di bassissima lega! Ma fatemi il piacere!

Astronomo o astrologo? L’astronomo è persona che dispone di risorse intellettive molto accentuate e riesce a districarsi in un groviglio di equazioni matematiche nemmeno lontanamente sospettabili per grandissima parte dell’intera umanità. È un vero benefattore sociale, fin dai tempi in cui osservava il cielo per capire come meglio adattare e predisporre semine e raccolti. L’astronomo conosce raffinatamente passato e presente, ma parla solo di futuro. L’astrologo invece non conosce, non sa, ripete puntualmente sciocchezze senza senso, parla solo di quello che fa a lui comodo, la maniera cioè di far passare le sue idiozie nelle menti e nei portafogli delle persone fragili emotivamente (ma anche intellettivamente). È un malefattore dell’umanità anche perché cerca di ingenerare nelle menti questa narcosi paralizzante: non sono io l’artefice del mio destino (quisque faber suae fortunae, dicevano i romani) ma sono altri, fuori di me, un sasso, un uccello, un bastone, delle carte, un feticcio, un amuleto qualsiasi. Questa è la cattiveria più grande che si possa esercitare a danno e a schifo del genere umano. L’astrologo guarda solo al passato, ai vecchi papiri, meglio se di supposta origine caldaica, di cui non capisce assolutamente nulla. Abbina a queste scemenze la cosiddetta (da lui detta) numerologia, ignorando totalmente la sua nascita, nell’antica Grecia, quando si chiamava gematria o isopsefia ed aveva una valenza colta e logica. Anche l’astrologo, sia stato augure o aruspice, ab initio osservava il cielo, ma lo faceva solo per spacciare stupidaggini tutte volte alla salvaguardia di se stesso e della sua ingordigia di potere. Infatti, sui luoghi nei quali faceva previsioni, osservando il cielo e separandolo (creando cioè uno spazio visivo entro cui analizzare il volo degli uccelli che, come qualsiasi persona ragionevole ben sa, sono anch’essi dei profeti, parlano cioè a nome di dio), ritagliava (da temno, taglio, separo da cui proviene la parola tempo) anche un luogo fisico, quello sottostante ove, ben presto, sorse il tempio (parola appunto derivata da tempo). Poi, quasi immediatamente, quello stesso tempio diventò banca o contenitore di beni comuni gestiti, ovviamente, indovinate da chi!

Da una parte dunque quello che ci raccontano in merito alla tunica lacera e polverosa di Gesù, dall’altra l’ostentazione di lusso (e lussuria) di alcuni sedicenti seguaci. In un polo chi incessantemente ed umilmente si impegna totalmente, nei fatti e non nelle parole, come fu scritto in modo inequivocabile nella buona novella, a contatto diretto con gli umili e i diseredati (Gino Strada, Don Luigi Ciotti e tutti i tantissimi altri uomini veri che fanno del volontariato disinteressato la loro ragione di vita), nell’altro chi pontifica e/o scodinzola ai ricchi, comunque lo siano e lo siano diventati, purché potenti.

TU DA CHE PARTE STAI?
Ragionamento – Battutina
Meritocrazia – Clientelismo
Laico – Confessionale
Progresso – Conservazione
Evoluzionismo – Creazionismo
Pagare di persona – Far pagare agli altri i propri errori
Razionalismo – Irrazionalismo
Scienza – Superstizione
Mente – Ventre
Coraggioso – Vigliacco
Ius soli – Barbarie
… aggiungi tu…
e creiamo insieme
la politica nuova.

Giampiero Raspetti