Ci sarà un’alba in cui la Valnerina tornerà a vincere!
Ci sarà un’alba in cui la Valnerina tornerà a vincere! Lo farà in virtù di propositi forti e di azioni determinate. Nessuno si tiri indietro: dobbiamo, insieme, sconfiggere irresponsabilità e incapacità e far franare, finalmente, la faraonica cementificazione di cattedrali nel deserto, che rimarrebbero, come tante altre, incompiute e, comunque, a perenne e solo vantaggio di potentati innominabili. L’Italia dei lavoratori e degli uomini sani ha bisogno di prevenzione e di opere di restauro. Cessino i solenni discorsi che presagiscono il nulla. Si operi soltanto, si metta tutto in sicurezza, prima che altre scosse radano completamente al suolo lo stupendo patrimonio della Valle del Nera, anima della nostra civiltà. Occorre farsi belli delle opere, non delle parole, perché c’è tanto da operare, se si è interessati all’Italia dei cittadini.
Il turismo non è più, da tempo, quello “stessa spiaggia, stesso mare”, ma neanche quello delle prenotazioni presso le agenzie turistiche tradizionali che vanno lentamente in fallimento, come falliscono tutte le vecchie aziende i cui prodotti sono venduti anche attraverso il web: è qui che si gioca, adesso, la partita. Il sondaggio Tripbarometer è il più ampio sondaggio nel mondo per intercettare le tendenze del turismo. Risultati per il 2016: i canali di acquisto online valgono oltre il 79% dei casi, mentre quello che riguarda agenzie tradizionali, cataloghi, filmati, mailing ecc. oscilla tra il 14% dell’Asia ed il 21% dell’Africa. Conta dunque l’esserci stati e il passaparola. Ed è qui che dobbiamo intensificare i nostri sforzi. La pubblicità di un luogo la fa chi c’è stato e ne parla nel web. Costui è attendibile ed ha seguito, i vecchi sistemi non servono più.
Scrivevo, nell’editoriale de La Pagina di maggio 2016: Tutto ciò trova corrispondenza nella quieta serenità del vivere in Umbria, nei nostri paesini, nei nostri agriturismi, ove si gode davvero del gusto dell’assaporare, dell’odorare, del toccare e del vedere. Vedere i colori dell’Umbria, il suo famoso verde, anzi i verdi dell’Umbria! Proprio per questo la nostra Regione deve essere vissuta, toccata, respirata. Ogni pubblicità, anche se particolarmente seguita e curata da grandi professionisti, presentata attraverso qualsiasi media, potrà emozionare solo di una inezia rispetto alla totalità delle sensazioni che si provano nello “stare dentro” a questa meravigliosa terra. Ecco allora il senso dei nostri progetti: grandi eventi che facciano conoscere l’Umbria per esperienza diretta. Gli eventi dovranno, ovviamente, essere tutti coerenti, armonici, coniugati con l’immagine della Regione che dovremo sempre più cristallizzare e far conoscere.
Sono ormai molti i nostri amici Presidi e Professori che abbiamo invitato qui per celebrare Terni come Capitale dei Diritti Umani. Le loro email a me indirizzate sembrano tutte uscenti da carta carbone. Dicono tutte, identicamente: Beato tu che abiti in una città così bella! E anche la Preside e la sua vice del Liceo Bilingue Italo-Ceco di Praga, giunte qui per la cerimonia di apertura de I Giochi della Valnerina e per programmare in merito alla futura partecipazione del loro Liceo ai Giochi stessi, sono rimaste incantate e non vedono l’ora di tornare. Dobbiamo allora fare di tutto per agevolare il turismo, togliendo non solo, ad esempio, la tassa di soggiorno per favorire l’albergazione, ma anche e soprattutto nel curare eventi particolari che sappiamo rivelare la versatilità stessa della nostra Valnerina. Ed arriva il momento di massimo impegno, per la Valnerina coinvolta in maniera indiretta dal sisma, per poter generare quel turismo che poi sarà convogliato verso la Valnerina direttamente colpita, messa, giorno dopo giorno, istante dopo istante, in sicurezza e restituita al suo ineguagliabile splendore. Intanto, insieme all’Osteria dello Sportello di Casteldilago-Arrone, cercheremo di fare vetrina dei prodotti dell’Umbria e della Valnerina in particolare. Prodotti culturali, artigianali, enogastronomici che faremo conoscere ed apprezzare anche per le festività natalizie. Chiediamo a tutti di rivolgere le proprie attenzioni e i propri acquisti verso i meravigliosi prodotti della nostra terra. Questo realizzeremo anche con il progetto Terni Pasticciona, per il quale invochiamo l’intelligenza locale e le persone responsabili affinché si mobilitino con noi.
La valle ternana, il fiume Nera e la città di Terni sono da millenni tre realtà fortemente integrate, interagenti ed inscindibili. Nell’età del Rame un primo villaggio viene realizzato nei pressi del fiume all’imbocco della valle, nell’area oggi occupata dalle Acciaierie, la stessa che dal 1000 aC vedrà nascere ed espandersi una delle necropoli protostoriche più vaste ed importanti d’Italia. A partire dal VII sec aC, alla confluenza del Nera con il Serra si sviluppa il primo nucleo dell’attuale Terni, già con carattere protourbano: essa è il centro più importante degli Umbri Naharti, una popolazione che trae benessere dai commerci e dalla fertilità del proprio territorio e che si identifica con il fiume Nahar, l’attuale Nera. La città è denominata Interamna, cioè “tra le acque”, ad indicare i fiumi ed i canali che la circondano. Nell’antichità i fiumi e le acque sono sacri e sono oggetto di culto: tra questi il Nera lo è in modo particolare, per la presenza lungo il suo corso di sorgenti sulfuree salutari che sono all’origine del suo nome: in lingua umbro-sabina nahar significa zolfo. Nar è toponimo diffuso in tutto il mondo e presente più volte nella Bibbia. Il significato originario è quello di “fiume”. Terni dunque, nascendo tra il Serra e il Nera, è l’insediamento più importante della Valnerina. Forse non tutti ne hanno convinzione, pensando che la Valnerina termini, a sud, con la Cascata delle Marmore. Ma il Nera scorre da Castelsantangelo sul Nera ad Orte e Terni è in posizione centrale! La nostra città è allora chiamata a svolgere un grande ruolo proprio ai fini della ricostruzione della Incantevole Valle. Da Terni dunque idee, progetti, collaborazioni solidali, organizzazioni turistiche nei dintorni della città che possano poi. tranquillamente, convogliare turisti anche nella Valnerina oggi direttamente colpita dal sisma, di giorno in giorno restaurata.
Il Presidente Matteo Renzi assicura: Norcia senza chiese resta senza identità: ricostruiremo tutto; Dario Franceschini, ministro della cultura: Penso a misure per il patrimonio artistico e architettonico e a interventi per il ripopolamento di paesi che nei decenni si sono svuotati. Lo spopolamento è dovuto in gran parte all’assenza di lavoro. Sono necessari sostanziosi incentivi fiscali per chiunque decida di avviare attività imprenditoriali, commerciali, artigianali e turistiche in questi paesi. Non possiamo più aspettare, non abbiamo tanto tempo prima che la situazione diventi talmente grave da rendere impossibile ogni iniziativa. OK, molto giusto, staremo a vedere! La Presidente e il Vicepresidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e Fabio Paparelli, sono, davvero encomiabilmente, presenti nei luoghi terremotati, ovunque e in qualsiasi momento del giorno e della notte. Bene, grazie, continuate così fino all’ultimo mattone della ricostruzione!
Quando Benjamin Franklin inventò il parafulmine, il clero, sia in Inghilterra che in America, con l’appoggio entusiastico di Giorgio III, condannò tale oggetto, come un empio tentativo di ostacolare la volontà di Dio. Poiché, come ben sapevano tutte le persone ragionevoli, il fulmine viene inviato da Dio per punire l’empietà o qualche altro grave peccato: le persone virtuose non vengono mai colpite dai fulmini. Pertanto, se Dio voleva colpire qualcuno, Benjamin Franklin non avrebbe dovuto ostacolare il Suo Disegno; anzi, farlo sarebbe equivalso ad aiutare i criminali a scamparla. Ma Dio fu all’altezza della situazione, se dobbiamo dar credito a ciò che dice il dr. Price, uno dei maggiori teologi di Boston. Dato che il fulmine era stato reso innocuo da “i pali di ferro inventati dal sagace dr. Franklin”, il Massachusetts fu squassato dai terremoti, che il dr. Price ritenne che fossero stati causati dall’ira di Dio nei confronti di quelle “punte di ferro”. In un sermone su questo argomento egli disse: “A Boston ne sono stati eretti più che in qualsiasi altro posto in New England, e Boston sembra essere quella più tremendamente squassata. Oh! Non esiste scampo dalla mano potente di Dio”. Il punto di vista del dr. Price viene tuttora sostenuto da uno degli uomini viventi più influenti. Quando, una volta, si verificarono diversi gravi terremoti in India, Mahatma Gandhi ammonì solennemente i propri compatrioti dicendo che quei disastri erano stati inviati come punizione per i loro peccati. Bertrand Russell, Rassegna di assurdità intellettuali, 1943 Ancora oggi assistiamo alla pervicacità di tali ignominie. Non c’è speranza se questa barbarie alligna ancora. C’è addirittura chi ritiene, e lo scrive, che per colpa degli immigrati la parte continentale africana “pesi” meno di quella europea e quindi crei questi catastrofici scompensi. Tali inferiori hanno diritto (forse) alla parola privata, ma non alla scrittura pubblica, come ebbe a dire il grande Umberto Eco. La cultura e la scienza potrebbero aiutare molto, come Numi Tutelari, per la sconfitta del fatalismo e, ovviamente, della imbecillità.
La terra vive, si muove, si assesta. Non sorride, non conosce pietà, misericordia, solidarietà, tutti sentimenti umani che la Terra, infinitesima scoria orbitante, dispersa in miliardi di galassie, non ha. La Terra non uccide, va per la sua strada e basta. L’uomo invece, ama, soffre, s’indigna, fa promesse, giura… e uccide! L’uomo parla convintamente di prevenzione, di salvare il patrimonio umano, edilizio, architettonico, artistico, religioso. Parla di regole antisismiche. Poi si interessa di altro, altre cattedrali nel deserto, altro inutile cemento, altri ponti, altre ferrovie, altre beghe che dividono gli uomini stessi. A me la mancanza di prevenzione e la promessa vuota mette tanta paura quanta ne dispensa il fenomeno sismico in sé. Credo che dovremmo iniziare immediatamente, uomini e donne, laici e confessionali, atei e credenti, partiti politici e associazioni, ad impegnarci, senza tener dietro a bizantinismi vari, affinché tutti gli abitanti della Valnerina, cuore ed anima dell’Umbria, dell’Italia e del mondo intero, ritrovino sorriso e, soprattutto, speranza.
Giampiero Raspetti