TERNI POST COVID: dinamica, digitale e green

Intervista al Sindaco Latini

Nel prossimo futuro Terni dovrà affrontare l’onda lunga della pandemia, che porterà con sé effetti negativi anche sul fronte occupazionale e commerciale. Basti pensare che il 2020 ha contato, in base al Documento Unico di Programmazione comunale, seimila posti di lavoro persi. In questo contesto si inserisce anche la spinta alla digitalizzazione dei servizi, che investe ormai l’intera società. Di recente sono stati resi noti i progetti che il Comune punta a inserire nel Piano Nazionale Ripresa e Resilienza: è proprio il PNRR la base per il rilancio della città? Quali sono le strategie generali della giunta per affrontare il prossimo futuro?

Il PNRR è sicuramente un’opportunità importantissima che abbiamo cercato di cogliere con grande impegno, presentando 23 progetti per Terni. Non si tratta però di idee e di progettualità nate dal nulla, o pensate esclusivamente per il Piano nazionale. Sono invece progetti che si inseriscono pienamente nella nostra visione di città. Una visione che stiamo portando avanti fin dall’inizio del nostro mandato: una città più verde, più intelligente e innovativa e, in generale, più dinamica e attrattiva. Chiaro è che l’effetto combinato del dissesto finanziario dell’ente, insieme a quello della pandemia, non ci stanno aiutando. Con il PNRR -confidando che le risorse arrivino- avremo modo di dare le gambe in maniera molto più rapida alle nostre idee. Non a caso tra i progetti presentati in Regione ce ne sono diversi in tema di digitalizzazione. Serviranno a migliorare i servizi della pubblica amministrazione, facilitando la vita a cittadini e imprese. La pandemia, tra tanti effetti negativi, ci ha insegnato infatti come possano essere utilizzate al meglio le nuove tecnologie. E su questo ci deve essere una grande accelerazione. Naturalmente, per sostenere i nostri progetti continuiamo a cercare strade anche oltre il PNRR, attraverso qualsiasi linea di finanziamento, regionale, ministeriale, europea. È il caso, ad esempio, del progetto Hydra per la mobilità pubblica a idrogeno. Ecco, in questo settore, come pure in quello della mobilità elettrica privata, Terni si è posta all’avanguardia, anticipando addirittura le linee del Governo. In generale una Terni più verde, secondo noi, significa non solo una città meno inquinata, ma anche una città con una migliore qualità della vita e quindi più attrattiva. Una Terni più intelligente, cioè con più servizi innovativi, con più spazi per la ricerca, come il polo scientifico che stiamo progettando a Pentima, e più inserita nei grandi processi di transizione, dovrà essere, di nuovo, una città capace di offrire lavoro e opportunità per i giovani.

Quale sarà il ruolo della Regione e degli imprenditori umbri per la ripresa economica e sociale del territorio umbro meridionale? Lei, signor Sindaco, ritiene che l’impegno della Regione sia sufficiente allo sviluppo di Terni? 

Con la Regione dell’Umbria c’è una interlocuzione costante. Ho apprezzato e continuo ad apprezzare il fatto che la presidente Tesei abbia dichiarato -e in molte occasioni dimostrato- che all’interno dell’Umbria ci debba essere attenzione per i territori e per le loro specificità. Il dialogo dunque continuerà, confidando che le esigenze del Comune di Terni, che purtroppo nel passato sono state spesso poste in secondo piano, possano invece essere considerate col giusto riguardo nell’agenda politica regionale. Anche perché il nostro territorio è fondamentale per l’intera regione. Dialogo e collaborazione caratterizzano anche il nostro rapporto con gli imprenditori locali, nazionali e internazionali che hanno interessi nel territorio ternano. A cominciare da Ast Tk, con il cui management continuiamo a collaborare su importanti progetti, ma che sarà chiamata a gestire a breve un passaggio di proprietà che ritengo abbia una rilevanza non solo nazionale, sul quale il nostro territorio deve far sentire le proprie ragioni. Considerata la situazione economica generale e quella dell’Ente, abbiamo puntato molto anche sulle opportunità derivanti dalla finanza di progetto, coinvolgendo imprenditori nella realizzazione di opere pubbliche, come il PalaTerni e -ci auguriamo- a breve il nuovo stadio Liberati.

In generale stiamo cercando di porre le basi affinché Terni possa tornare ad essere una città nella quale investire. Tutto questo lo facciamo grazie anche ad un’altra fondamentale collaborazione: quella della Fondazione Carit, con cui condividiamo una visione per il rilancio di Terni.

Ritiene che la nostra città, nell’ottica anche del modello di “policentrismo urbano”, possa finalmente affermarsi come centro culturale e turistico dell’intero territorio? Mentre Perugia e Foligno promuovono progetti per la città della scienza e della cultura, Terni sta facendo il massimo per valorizzare il suo potenziale storico, artistico e culturale?

Credo che il nostro patrimonio storico, artistico, culturale e naturalistico sia di enorme rilevanza. Una rilevanza troppo spesso trascurata. Credo pure che questo patrimonio abbia bisogno di un’attenzione innovativa. Doveva cioè essere valorizzato con gli strumenti e le opportunità che la contemporaneità ci mette a disposizione e con strategie al passo con i tempi. Per questo abbiamo puntato e punteremo molto anche sulla digitalizzazione del nostro patrimonio culturale e sullo sviluppo di prodotti innovativi per la sua promozione. Questo vale per i nostri musei, come per la promozione di San Valentino nel mondo. Al tempo stesso abbiamo migliorato i servizi della nostra più grande meta turistica, la Cascata delle Marmore. Stiamo poi cercando di collegare sempre più la città al suo meraviglioso territorio con nuove infrastrutture, per farla diventare attrattiva, ad esempio, per gli sport outdoor. Il trinomio sport-turismo-cultura è dunque un’altra delle idee sulle quali puntiamo, anche in ottica infrastrutture: le ciclovie per Narni e la Valnerina, l’ascensore della Cascata e i battelli per Piediluco, il PalaTerni, il nuovo teatro Verdi e -speriamo- il nuovo stadio Liberati.

La natura del centro storico è fortemente legata a due fattori: accessibilità e commercio. Quali sono i piani del Comune per Aree pedonali e Ztl e come si pone l’amministrazione riguardo alla crisi dei negozi territoriali nei confronti dell’e-commerce?

Anche in questo settore la pandemia ci ha insegnato come ci debbano essere nuovi modi per vivere gli spazi urbani, i loro servizi e l’offerta commerciale. Credo che una soluzione sia quella di dare grande attenzione alle esigenze di socialità delle persone, così compresse dalla pandemia, anche attraverso il ricorso alla mobilità leggera e alle bici, senza escludere possibilità di transito veicolare. Penso dunque a un centro che torni a essere centro, attrattivo anche attraverso un rilancio della movida che è sempre stata un fattore trainante, se vissuta con gioia e partecipazione da parte dei giovani, magari con piccoli eventi culturali.

Cultura, terzo settore e volontariato possono aiutare la ripresa economica e sociale del territorio. Anche il nostro magazine ospita e promuove condivisioni di idee riguardanti progetti di sviluppo della città. Quanto è importante il dibattito culturale e come l’amministrazione pensa di poterlo valorizzare al meglio?

La nostra città, anzi la nostra comunità, è caratterizzata da una grande rete di associazioni e ha sempre visto una grande attività del terzo settore. Un attivismo che si è manifestato pienamente e positivamente nel corso della pandemia e che resta il collante principale del tessuto cittadino. Lo stesso vale per le tante associazioni culturali che, pur soffrendo le limitazioni di questo bruttissimo periodo, continuano ad alimentare il dibattito. Un dibattito al quale, come amministrazione, sentiamo forte l’esigenza e il dovere di partecipare, anche attraverso iniziative che potremmo realizzare a breve, nel post-pandemia, proprio in collaborazione con le associazioni.

In ultimo, come immagina Terni nell’era post-Covid? Migliore o peggiore di quella attuale?

Diciamo che la pandemia nel nostro territorio ha accentuato problemi già esistenti e una situazione di crisi generale che si trascina da anni. In questo senso, oltre a essere un problema sanitario ed economico, può essere interpretata anche come una scossa. Dobbiamo muoverci, per essere sempre più dinamici e innovativi. Terni ha già dimostrato di saperlo fare in passato, risollevandosi da situazioni ben più dure. Quindi, sì, nonostante tutto, mi aspetto una Terni migliore, anche se ci vorranno ancora lavoro, sacrifici e soprattutto idee. Magari anche un po’ più di coesione verso obiettivi che vanno nell’interesse generale della nostra comunità.

Massimo Colonna