Siccità nei campi e nel carrello della spesa, ma buone soluzioni nel ternano.
A lasciare l’Italia a secco è stato un inverno che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare fino a gennaio una temperatura superiore di 2,09 gradi alla media storica ma l’anomalia è stata addirittura di 2,54 gradi nel centro Italia e di 2,65 gradi nel Mezzogiorno, valori mai registrati prima. L’Umbria non è stata graziata da tale andamento e Terni altrettanto.
Se ne parla in televisione, sui giornali, ma non tutti si rendono conto dell’esatta condizione nella quale si trova l’Italia intera.
Impressionanti sono state le immagini del Po che ha fatto riemergere – a causa della sua bassissima portata – molte cose in esso immerse e dimenticate o sconosciute e perfino un carro semicingolato tedesco della seconda guerra mondiale di cui si era persa ogni traccia.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche rileva le temperature dal 1800 e classifica il 2022 come l’anno più bollente con una temperatura media superiore di 1,15 gradi e la caduta del 30% di precipitazioni in meno rispetto alla media storica del periodo 1991-2020. Brutti tempi per le fabbriche di ombrelli !
La pioggia e la neve – lo sottolinea anche la Coldiretti – sono importanti per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico.
Qualche tardivo spruzzo di neve a marzo, perfino a Stroncone e aTerni, non ha avuto effetti significativi sulla riserva idrica dei nostri monti. Tuttavia Terni ha tre laghetti a mezza collina il cui invaso viene usato all’occorrenza.
I laghetti sono lungo le pendici della collina di San Gemini, a Quadrelletto e a Valleantica. Sono laghetti in conche naturali senza cementificazione.
Con l’acqua dei laghetti “vengono ininterrottamente innaffiati ben ottocento ettari di coltivazioni, in particolare il mais, senza che la siccità faccia la sua azione nefasta”. Lo afferma il Consorzio di bonifica Tevere-Nera.
L’utilizzo di quelle acque non ha creato difficoltà a Terni, a differenza di altre città e paesi. L’agricoltura umbra va tutelata e questo è un buon modo e sembra che si vogliano creare altri piccoli invasi di acqua piovana, speriamo senza cementificare.
Altrove, gli effetti della poca piovosità hanno evidenziato insorgenze di problemi. I grandi laghi del nord Italia hanno avuto nei primi mesi del 2023 percentuali di riempimento che vanno dal 19% di quello Maggiore al 23% di Como fino al 35% del lago di Garda mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca – in provincia di Pavia – è sceso a -3,1 metri e si è registrato anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.
Se le piste da sci nel centro Italia sono state deserte con un pesante danno per l’economia locale, la mancanza di neve in questa stagione ha creato e crea difficoltà anche per l’agricoltura. Vi sono zone alpine dove sono finite le vene d’acqua con immaginabili conseguenze per l’allevamento del bestiame in montagna, per le mucche da latte e non solo. I laghetti umbri dovrebbero evitare analoghe difficoltà nel nostro territorio, a valle e a monte.
Nel disordine climatico ha fatto la sua figura il caldo anomalo che ha ingannato le piante; ha fatto fare capolino alla primavera, ma era un bluff !
Noccioli, pesche, ciliegie, albicocche, agrumi e mandorle potrebbero aver avuto danni proprio per le gemme aperte fuori stagione. Le mimose, invece, sono state immuni e hanno dato il loro festoso giallo al tempo giusto.
Sembra che l’effetto serra si accentui.
Nell’ultimo decennio si sono avuti gli anni più caldi da un secolo : il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Il 2023 è cominciato bizzosamente.
Sono stati fatti calcoli sui danni provocati dalla siccità e dal maltempo; hanno superato nel 2022 i 6 miliardi di euro per l’intera Italia. Si teme un danno considerevole anche per l’anno in corso. Le famiglie conoscono quelli fatti al carrello della spesa con l’inevitabile aumento dei prezzi, purtroppo anche nella nostra Conca.
Mauro Scarpellini