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SE PERMETTETE PARLIAMO DI TRAM

La maggior parte delle città europee si sta muovendo nella direzione del tram. L’altro giorno ne ho visti di bellissimi in rete, ed erano i nuovi veicoli appena inaugurati ad Orléans. Ci sono stato una volta, ad Orléans, e me la ricordo piccolina e piuttosto pianeggiante. Sono andato a controllare quanti abitanti ha: 118mila circa.
Però su alcune direttrici principali hanno re-installato un tram nel 2000 (era stato soppresso nel 1938).
L’estensione totale della rete ammonta a quasi 40 km.

Anche in Italia le cose si muovono: a parte le città che storicamente hanno più resistito, Milano e Torino, alle prescrizioni ducesche di togliere la “stolta contaminazione tranviaria”, tram modernissimi sono tornati a Firenze, a Palermo e molto di recente a Bologna, che smantellò la rete solo pochi anni dopo che era stata teatro di un commovente film con Aldo Fabrizi, “Hanno rubato un tram” (dovremmo ricordarlo più spesso Fabrizi, la cui famiglia aveva origini ternane e che spesso faceva proiettare i film prima qui che nella Capitale, per vedere l’effetto che facevano).

Sì, i tram ce li hanno rubati e non solo quello per Ferentillo, ma ora stanno tornando un po’ dappertutto,
perché vanno piano, ma tuttavia impiegano pochi minuti da una parte all’altra di una città di medie dimensioni. Sono durevoli e vibrano meno di un autobus.

Roma è stata negli ultimi decenni, a parte l’inaugurazione della linea 8, che ha in realtà soltanto esteso la rete di un paio di chilometri in tutto, e tanti proclami un po’ a vuoto, abbastanza impermeabile al tram (è una città convintamente devota al maghinismo, ideologia che vede il mondo esterno come estensione, a volte anche fastidiosa, della propria automobile. Eppure… via Ottaviano sarà trampedonalizzata, brutto termine però direi chiaro se non altro. Ed è ripartita la tranvia Tiburtina e pure quella da Anagnina verso viale Togliatti. Sì, lo so che se ne parla da decenni, ma la mentalità sta cambiando. Anche a Napoli si sta
modernizzando la rete che era ridotta al minimo, con convogli di fabbricazione turca, e la si sta estendendo verso est.

A Trieste sta per ripartire il tram di Opicina, una delle più poetiche eredità dell’Impero Austro- Ungarico (l’aquila bifronte a Vienna e Budapest aveva impiantato importanti reti tranviarie, che sono ancora operanti, e vale la pena di viaggiarci).

Siccome ho presente una città piuttosto pianeggiante e delle dimensioni più o meno di Orléans, io rilancio: oltre che il tram per Ferentillo che congiungeremo con la Spoleto-Norcia trammizzata (direbbero a via Ottaviano) a Sant’Anatolia, un altro che da Gabelletta per Borgo Rivo e viale dello stadio giunga fino all’ospedale. Sto pensando dove li faremo incrociare: l’ideale sarebbe alla Lancia di Luce, fin dove porteremmo i convogli dalla Valnerina. Quale migliore celebrazione di questa, anche per l’acciaio.

Carlo Santulli

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