Per me, per mio figlio e per i quattro amici
che mi sono rimasti, rivendico:
Sono stato, a Terni, il primo progressista a collegarsi con alcuni ex militanti della Democrazia Cristiana (partito che fino ad allora avevo fermamente avversato), quando si trattò di fare fronte per difendersi da chi si serviva del potere politico per trovare riparo (si ricordino almeno i sette processi a carico terminati per decorrenza termini o con sopraggiunte leggi ad personam) dalla giustizia. Fui dunque il primo a Terni a collaborare, per un breve periodo, con il nascente PPI, anche per concretizzare quello che da sempre avevo in mente: innalzare il livello culturale della politica cittadina e sostituire i generici programmi elettorali, carenti o ridicolmente banali, con una vera e propria idea di città, con progetti cioè per un futuro bello e possibile. Pubblicai così, facendo ricorso, come sempre, solo alle mie esili risorse finanziarie, il volumetto Terni, città dell’accoglienza e della modernità, giudicato, in seguito, in modo lusinghiero da molti influenti personaggi politici e dalla segreteria del PPI. Grazie alla fiducia di Valter Castelli, segretario di quel giovane partito, ebbi modo di conoscere, in dibattiti ed incontri, uomini politici dei quali serbo ancora grande stima, come Dario Franceschini, Enrico Letta, Franco Ciliberti, Calogero Alessi. Fu quello anche il periodo in cui subii improperi da parte di chi, dotato di visione del futuro pari a quella di una talpa cieca, ebbe a considerarmi un voltagabbana. Io, comunque, sono ancor oggi orgoglioso di aver capito ed operato ante litteram.
Sono stato l’unico a prevedere, più di un mese prima e con esattezza alla cifra decimale, il risultato del referendum del 4 dicembre 2014 (vedasi miei post su Fb). Era quello il periodo in cui continuavo ad ammonire in merito ai disastri combinati e che avrebbe combinato un nettare di narciso sotto la cui segreteria il Pd perdette quasi due terzi dei voti e che ancora oggi s’avventura per contrastarne la rinascita. Anche in quel periodo fui bersaglio, sui social, di volgari improperi da parte di chi mi considerava un traditore. Avevano, tutti, una visione politica inversamente proporzionale alla loro gigantesca presunzione. Quella mia lucida previsione non mi rende fiero né felice, ma ancor oggi mi avvilisce per il grande colpo inferto, dal referendum, alla credibilità politica del centrosinistra. Sono stato, poi, anche tra i primi a prevedere, molto ante litteram, il crollo del PD e del M5S.
Sono stato l’unico, a Terni, nel corso delle ultime amministrative, ad accogliere l’invito del candidato sindaco e di alcuni giovani del M5S per collaborare al loro programma, fornendo la mia idea di futuro della città. In quella occasione sono apparso, a molti vetusti militanti del PD, come il cane sciolto per eccellenza. Mi battei anche perché, tra Lega e M5S, i due partiti rimasti in gara, il Movimento riuscisse a risultare vincitore (al ballottaggio, quelli che con leghisti e grillini facevano di tutt’erba un fascio e che adesso si incatenerebbero a quest’ultimi, andarono tutti al mare!). Ne uscì (con il contributo spontaneo e solidale dei giovani del Movimento) un bellissimo volumetto politico progettuale, TERNI 2030, diverso nello stile e nei livelli rispetto alle usuali amenità propalate da altri candidati sindaci. Balzò agli occhi, allora, anche dei più cecati, che l’unica possibilità per opporsi alle terribili strategie di Salvini (politica di cui non tutte le persone hanno la possibilità di capire fino in fondo la straordinaria pericolosità) sarebbe stata l’unione di intenti tra un rinnovato PD e il Movimento stesso o almeno collegare quest’ultimo con persone oneste e colte che potevano apportare un tasso di conoscenze reali e di esperienze qualificanti. Ricordo la mia grande soddisfazione nel profondere, ai tempi del libretto TERNI 2030, il mio impegno politico insieme al popolo stellato, pulito semplice onesto intelligente in cui ritrovavo grandissima parte dei miei valori di sinistra, non simili davvero a quelli sbandierati da chi ha vita pari alle calende greche.
Fui allora anche il primo a stigmatizzare un altro catastrofico errore politico di chi disse: il M5S ha vinto, è maggioranza, noi siamo minoranza e non interverremo mai, ma lasceremo che se la sbrighi da solo. Una vera e propria animalità politica. E così fu, quel desso, il primo responsabile del fatto che il Movimento, per insipienza propria, ma anche perché privo di sponde (oggi si dice di altro forno), risultasse fagocitato in gran parte dalla Lega.
Sono stato anche il primo a dire, vedasi sempre miei post, che il PD, liberato finalmente da quanti lo hanno rovinato e che ancora ballonzolano per distruggerlo, postosi di nuovo al servizio e a disposizione di associazioni culturali, di cittadini onesti, di persone semplici ed integre la cui moralità sia ben diversa da quella dei maratoneti e dei mercenari della partitica (convinti di capire e di innovare, ma battenti sempre sugli stessi obsoleti tasti), riuscirebbe ad intercettare tantissimi consensi. Un Pd finalmente semplice e libero, senza odori stantii sotto il naso, che riuscisse a sintetizzare un programma di governo comune con il M5S (liberato da camerieri semianalfabeti e da animatori turistici) rappresenterebbe, al momento, una grande panacea per porre riparo a barbarie di bassa lega. E, a cominciare dalle Regionali, non è vero che assisteremmo al dominio della destra, ma solo al suo declino.
Sono stato uno dei primi ad iniziare a diffondere la vita vera di Valentino di Terni portata alla luce dal Prof. Edoardo D’Angelo e il primo ad ospitare, a proprie spese, decine di professori provenienti da diverse Nazioni Europee per studiare il San Valentino di Terni e per farne parlare i giornali delle loro città di provenienza (come poi avvenuto!). È stato un primo intervento (da proseguire) per sostenere la Terni, città di San Valentino, capitale dei diritti umani. Oggi sono dichiaratamente e laicamente alfiere e cavalier servente (quasi sempre solitario) di questa stupenda immagine di Terni che proviene da tutta la nostra storia e, in particolare, da san Valentino.
Ho fondato La Pagina, La Pagina Umbria e La Pagina Europa, magazine di attualità e cultura che, da quasi venti anni, hanno lo scopo di far amare Terni, di magnificare la sua storia e, soprattutto, di promuoverne progetti per il futuro. Svolgo questa missione completamente in solitudine dal punto di vista finanziario. Moltissime le persone semplici umili colte che mi ringraziano per quello che faccio; molte le persone non umili né colte, ma di alto rango, quelle che gestiscono la città, che mi vedono come fumo negli occhi. Le persone semplici mi ringraziano continuamente e vorrebbero aiutarmi con quel poco di cui dispongono, mentre chi gestisce montagne di soldi della comunità, con il compito di distribuirli alla società ternana, me li nega o me li toglie, compiacendosene!
Non temete, miei cari, di me non parlerà bene nessuno, oltre a voi cinque (almeno spero). Seguiterò infatti, per un altro po’, a portare scarpe non lucide, a volte anche sporche; capelli come vogliono loro; forse, una tantum, anche la giacca, rigorosamente senza cravatta. I miei pantaloni, poi, non finiscono mai a tubino. Così è stato anche quando insegnavo (per due interi anni) l’applicazione dell’informatica alla matematica e alla fisica, sia a moltissimi professori dei Licei di Roma, sia a molti professori dell’Università di Roma. Da sempre studioso della logica, della filosofia e della matematica, del sanscrito, del greco, del latino e dell’italiano. In merito a tutte le suddette discipline tengo, non di rado, conferenze pubbliche. Mai iscritto a partiti, chiese, conventicole, società di mutuo soccorso, club privati, massonerie e mafionerie varie. Sempre rivoluzionario e mai ribelle, nemico totale dell’armiamoci e partite, parto sempre da solo, senza nascondermi sotto sigle di comodo. Ho sempre fatto dono dei libri di matematica e di politica da me scritti. Adduco fatti, controllabili sempre, contro la degenerazione della politica intessuta ormai di suggestioni ventrali ed inzeppata di improperi, veleni, nemici, congiure, tutto inventato, tutto non verificabile, tutto usato solo per abbindolare le menti distratte o riottose al ragionamento. Pago in prima persona per le mie idee e per i miei progetti e non mi faccio bello con la forza degli altri, né prendo soldi: io faccio politica. Non attrezzatevi, amici, con una lapide, dispongo di essere cremato per essere poi liberato nel vento. Sarò, spero, nel paradiso di voi cinque, cioè nella vostra mente e nel vostro cuore, che questo, e nient’altro, è il paradiso. Dell’essere nell’inferno di altri, non mi cale proprio.
Giampiero Raspetti