RIDUZIONE DEL CONSUMO E CARNE COLTIVATA

LA POSIZIONE DI SLOW FOOD

Da tempo Slow Food ha individuato nell’eccessivo consumo di carne una delle principali cause di molti dei problemi di sostenibilità i cui effetti sono già purtroppo sotto gli occhi di tutti. Dal 1950 a oggi, il consumo globale di carne è aumentato di 5 volte ed è destinato a raddoppiare entro il 2050. Questo ha determinato il fatto che gli allevamenti sono diventati sempre più intensivi e si sono trasformati in vere e proprie fabbriche di latte, uova, carni al punto che la tendenza globale è quella tipicamente industriale di “concentrare”: a fronte di una riduzione del numero delle aziende, aumentano i capi negli allevamenti con l’ulteriore aggravante che poche multinazionali ormai controllano genetica, allevamenti, macelli e distribuzione.

Nonostante in ottica mondiale i sistemi pastorali tradizionali costituiscano il fondamento di molte economie rurali, più del 70% della carne di pollame, il 50% della carne di maiale, il 40% della carne bovina e il 60% delle uova sono prodotti a livello globale in sistemi intensivi su larga scala; in aggiunta al problema delle deiezioni, questo tipo di allevamento è legato a doppio filo alla diffusione delle monocolture e di pratiche agricole che deteriorano la fertilità del suolo, compattandolo e inquinandolo con fertilizzanti chimici di sintesi e pesticidi. La maggior parte della soia e del mais coltivati nel mondo sono destinati alla zootecnia e sono Ogm.

è evidente quindi che quello di cui non possiamo fare a meno oggi è ridurre drasticamente il consumo di carne, e ritrovare un modo diverso di allevare per rendere accettabile la nostra relazione con gli animali, garantendo loro una vita degna di essere vissuta, il più possibile vicina allo status originario della specie, rispettosa dei loro bisogni sociali e materiali dando infine loro una morte inconsapevole.

Il compito delle condotte e quindi anche della nostra Slow Food Interamna Magna – Terni, è quello di promuovere i messaggi positivi di riduzione del consumo, e cercare di mettere in contatto i consumatori con i piccoli allevatori che spesso non hanno adeguate risorse da dedicare al marketing dei loro prodotti e magari vivono e lavorano con grandi difficoltà in territori marginali. Essi svolgono un lavoro importante per conservare l’equilibrio del territorio, preservare la biodiversità vegetale e animale e sostenere un’agricoltura di qualità. A questo scopo, grazie alla campagna “Slow Meat”, negli anni passati abbiamo realizzato diversi eventi conoscitivi, di cui trovate documentazione sul nostro sito
www.slowfoodinteramnamagna.org, presso allevatori del territorio che allevano in proprio pochi capi, ne favoriscono il pascolamento e cercano di provvedere più possibile al sostentamento per la crescita con loro prodotti, evitando mangimi e quant’altro non strettamente necessario. Ovviamente la carne così prodotta ha un costo maggiore, che può essere però compensato con il risparmio generato dalla riduzione delle quantità: ridurre i consumi, significa tra l’altro potersi permettere una migliore qualità della carne che si mangia.

La posizione Slow Food sulla carne sintetica

Questi principi sono anche alla base del recente documento in cui Slow Food dichiara la sua contrarietà alla carne sintetica, che abilmente il marketing delle grandi multinazionali sta proponendo come soluzione ai problemi attuali: la carne sintetica sarebbe la soluzione del futuro: etica, visto che eviterebbe la macellazione di animali, ma anche ambientale, perché consentirebbe di fare a meno degli allevamenti.

Peccato che sotto il profilo ambientale l’impatto della carne sintetica sia tutt’altro che indifferente, per via dei grandi consumi energetici dei bioreattori necessari alla sua produzione, senza contare che i prodotti a base di carne coltivata sono iperprocessati, contengono coloranti, aromatizzanti, addensanti, necessari per conferire loro la forma di hamburger o crocchetta, per dare la consistenza ed il sapore di carne: è carne sviluppata grazie a ormoni e lieviti Gm e ancora nulla si sa sulle eventuali ricadute sulla salute dell’uomo.
Lo spazio qui è limitato, ma se siete interessati trovate qui altre informazioni al sito

https://www.slowfood.it/slow-meat-2/

Per chiudere noi di Slow Food Interamna Magna Terni, oltre ad augurarvi buone vacanze, vi informiamo che a settembre organizzeremo un altro evento su questi temi anche per poter parlarne di persona: chi vuole partecipare è benvenuto!  Rimanete in linea e appuntamento al prossimo numero del giornale.

Alberto Ratini