Viviamo in un mondo che cambia
Prendi due, paghi uno. Quante volte ci è capitato di approfittare di quelle straordinarie occasioni commerciali attraverso le quali ci propinavano un risparmio ingente su un particolare prodotto, facendo intendere che una parte di questo avesse un costo zero e, chissà per quale motivo, ci venisse regalato. Il classico specchietto per le allodole. Un banalissimo trucco per abituare il consumatore ad acquistare quantità sempre maggiori di prodotto di cui non ha alcun bisogno in nome di un presunto risparmio monetario. E così, alla fine, ci siamo talmente assuefatti a questo modo di ragionare che, dal punto di vista energetico, ogni anno consumiamo un po’ più di due pianeti in nome del nostro presunto benessere, per dare sfogo a tutte le nostre voglie, in sostanza per rispondere in qualche modo alle nostre frustrazioni. Una vita intensa! C’è un piccolo particolare che si pone a rovinarci la festa ed è il fatto che di pianeta a disposizione ne abbiamo uno soltanto. Ciò significa che i conti non tornano. E siccome due più due fa sempre quattro e non ha mai iniziato a fare cinque come noi vorremmo dare ad intendere, oggi abbiamo un bel problema e non sappiamo come risolverlo. In realtà, un modo ci sarebbe ma quel prendi due e paghi uno è ancora troppo allettante per riuscire a rinunciarvi. Come fare? Non c’è problema! Non vuoi assumerti personalmente la responsabilità di risolvere i danni che tu hai provocato nell’equilibrio energetico del pianeta? Molto bene, il pianeta ci pensa da solo e senza preavvisi o annunci su un prendi due e paghi uno. Questa volta la paghiamo tutta intera, senza dilazioni e aggiungendo anche gli interessi che, fra l’altro, sono molto pesanti. Ignoranza, arroganza ed ingordigia costituiscono oggi gli ingredienti di una tempesta perfetta che si sta abbattendo violentemente sulle nostre teste e che non lascia scampo. Dopo aver fatto finta di niente troppo a lungo, la via d’uscita è ormai così complessa, articolata e, in qualche modo lontana, da far emergere gli atteggiamenti più idioti di cui l’umanità sia capace e che, credo, segnalino una disperazione latente: la negazione dell’evidenza (al primo posto) e la proposta di soluzioni che, furbescamente, tendono ad aggirare l’ostacolo per mantenere integro il medesimo comportamento che ci sta velocemente conducendo al disastro.
Sono profondamente convinto che in tutta la storia dell’umanità sia la prima volta che viene raggiunto un tale livello di idiozia. Contenti noi, contenti tutti. Del resto, che una specie animale, sulla quale sembrava si potessero nutrire grandi speranze dal punto di vista evoluzionistico, sia, alla fine, risultata il più eclatante fallimento dell’evoluzione, non importa niente a nessuno. Tanto meno al pianeta Terra che, oltre a non badare a spese potendoselo permettere, ha sempre funzionato in questo modo, ovvero senza domandarsi mai a chi tocca pagarne le conseguenze. Quindi, sotto a chi tocca! E mentre il pianeta Terra mantiene inalterato ed indisturbato, il suo placido correre intorno alla stella di riferimento, alla superficie si continuano ad avvicendare gruppi di organismi viventi fra quelli che scompaiono perché non adatti a vivere nel nuovo contesto ambientale rimpiazzati da altri più idonei. Però in questo meccanismo, per la prima volta, si inserisce un elemento in più: la nuova situazione ambientale era stata impostata con il concorso attivo di uno dei gruppi viventi.
Evidentemente anche questo rientra nell’equilibrio del sistema.
Peccato che non ci avevamo mai pensato.
Enrico Squazzini