
La grande manifestazione romana e le sfide del nostro tempo
Il 15 marzo, a Piazza del Popolo, si è svolta una grande manifestazione a favore dell’Europa, richiamandosi ai principi fondanti del Manifesto di Ventotene. Questo documento, scritto nel 1941 da Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e Altiero Spinelli durante il confino fascista, è un inno alla libertà e alla pace tra i popoli europei, da sempre divisi da guerre fratricide scatenate dai loro governanti.
Quei pensatori immaginarono un’Europa unita mentre era ancora in corso la Seconda guerra mondiale, dimostrando che le idee possono resistere anche alle dittature. Tuttavia, l’Unione Europea nata da quella visione rivoluzionaria non ha soddisfatto pienamente le aspettative iniziali: gli interessi nazionali hanno ostacolato il federalismo e impedito un reale trasferimento di sovranità su materie cruciali come la politica fiscale, bancaria, estera e di difesa.
Nonostante questi limiti, l’Unione Europea ha garantito agli europei 73 anni di pace, progresso economico e sociale, il superamento del colonialismo e la lotta contro ogni forma di razzismo nazionalista. È diventata un pilastro della democrazia occidentale, grazie alla libera circolazione, al modello di economia sociale di mercato e alle politiche di solidarietà internazionale e coesione regionale.
Le sfide attuali e le incertezze globali
Oggi, l’Europa si trova ad affrontare sfide complesse e inedite:
La crisi climatica, che impone un cambio di modello economico in un mondo sempre più interconnesso.
La guerra in Ucraina, che minaccia la sicurezza del continente.
Le instabilità in Medio Oriente e Africa subsahariana, che rendono inefficaci decenni di cooperazione allo sviluppo e alimentano le migrazioni verso l’Europa.
L’incertezza sulla NATO, legata alle recenti posizioni degli Stati Uniti. L’ex direttrice per l’Europa del Consiglio per la sicurezza nazionale americano, Fiona Hill, ha dichiarato che «gli europei sono minacciati contemporaneamente da Russia, Usa e Cina» e che è arrivato il momento per l’Europa di costruire la propria difesa.
Anche Mario Draghi ha sottolineato la gravità della situazione, dichiarando al Senato che lo strappo di Washington mette a rischio la sicurezza dell’UE e che la protezione americana, su cui l’Europa ha contato dal dopoguerra, sta finendo.
Oltre alla crisi geopolitica, si sta consumando anche una guerra commerciale tra ex alleati, con l’imposizione di nuovi dazi e la fine della cooperazione multilaterale su cui si basava la pace.
Un’Europa che deve reagire
Di fronte a questo scenario, l’Unione Europea ha bisogno di un sussulto politico. La manifestazione di Roma, promossa dal giornalista Michele Serra, ha dimostrato che nella società italiana esiste ancora un forte spirito democratico e un legame profondo con i valori europei.
Da Piazza del Popolo è partito un messaggio chiaro: è necessario un grande passo avanti nella costruzione di un’Europa più unita e autonoma, capace di affrontare le sfide del presente e del futuro. Solo così potremo difendere il nostro posto nel mondo e preservare i principi su cui è nata l’Unione Europea.
Giacomo Porrazzini