PASSEGGIATA TRA NATURA E DEGRADO
Febbraio 2024. Una belle giornata, cielo limpido, azzurrino, una leggera brezza soffia leggera sugli alberi che costeggiano le strade del Quartiere Giardino. L’aria è riscaldata da un tiepido sole, la temperatura è mite. Sembra tutto fuorchè una giornata di pieno inverno se non fosse il calendario a ricordarmelo.
Le mie due nipotine più piccole Lavinia e Camilla sono in sala con gli occhi fissi sul televisore. Stanno guardando un cartone animato che cattura completamente la loro attenzione fino ad estraniarle dall’ambiente circostante. Una calda luce solare invade la sala. Le bimbe sembrano non accorgersene affatto. Le guardo perplesso.
Personalmente sono fermamente convinto che anche il gioco lo svago siano importanti nell’età evolutiva del bambino alla pari dell’impegno scolastico, ma la cosa che non mi andava giù era il fatto che per star dietro ad un cartone che avrebbero potuto rivedere in replay in qualsiasi momento, si privavano di una salutare passeggiata all’ aria aperta, godendosi una splendida giornata. Cerco più volte di richiamare la loro attenzione.
Nessun risultato! Alla fine il lampo di genio, avrei proposto loro di fare una piccola esplorazione al parco, facendo leva sulla innata curiosità dei bambini e stavolta la mia trovata ha successo. Le bimbe sono entusiaste.
L’idea di fare le” esploratrici” è piaciuta. Preparato uno zainetto con le cose necessarie, in pochi minuti siamo in strada. Direzione parco! Davanti , le mie due esploratrici si tengono per mano, io le seguo senza perderle d’occhio.
Camminiamo sul marciapiede di via Piave abbellito da da una lunga fila di alberi che le danno un aspetto accogliente, non altrettanto la pavimentazione piena di rattoppi e buche. Entriamo finalmente nel parco. Qui le mie esploratrici possono scorazzare liberamente. La vegetazione è lussureggiante, alti pini e querce di varie dimensioni e due ruscelli offrono, specie durante l’ estate un piacevole riparo dal sole e una benefica frescura. Le bimbe corrono felici verso l’area pic nic, iniziano subito ed andare sulle altalene.
Cerco il tavolo dove posare lo zainetto… non c’è più! Scomparso? Macché, si trova oltre il vialetto, buttato a terra e ridotto in tavole! L’ennesimo atto vandalico di qualche gruppo di idioti. Così se qualcuno vorrà fare una merenda od organizzare una festa all’aperto dovrà cambiare direzione! Non mi resta altro che sbuffare! Lavinia nel frattempo mi indica una pianta, ne vuole sapere il nome. Mi trovo in difficoltà, non so nulla di botanica!
Fortunatamente sotto di essa c’è un cartello arrugginito, così ho potuto soddisfare la sua curiosità. Notai che altre piante avevano dei cartelli esplicativi, ma parecchi erano spariti o giacevano a terra. La mie “esploratrici” si erano stancate del gioco, avevano raccolto due rami ed avevano iniziato a giocare con l’acqua divertendosi a rimuovre gli ammassi di foglie che ne ostacolavano il deflusso. Ridevano felici, ora saltavano da una riva all’altra, ora adoperavano i bastoni per tirare fuori una bottiglia di plastica che qualche “intelligente” aveva preferito gettare nel ruscello, anziché servirsi dei dei cestini sistemati lungo il viale poco distante. Troppo faticoso! Le mie esploratrici si stancarono presto.
Volevano a tutti costi arrivare al parco giochi, un pò distante da lì. Prendiamo la strada che costeggia il muro di cinta del bosco. Ci imbattiamo nella famosa fonte. Camilla ha sete, vorrebbe bere. Cosa di meglio di un sorso di acqua sorgiva! Impossibile! La fonte è a secco, intorno solo muschio, umidità e qualche bottiglia lasciata lì. Gli porgo la borraccia. Una lapide che riporta i versi del poeta Furio Miselli “ Fontana mia non te seccà/Co st›acqua tia/ Famme arsanà.” suona come una beffa.
Prima dell’ingresso al Bosco ci troviamo ad uno spettacolo inaspettato: una parte del muro di cinta è crollata. Chissà quanto tempo resterà così? Mi chiedo.
Entriamo nel bosco. Vorrei portare le bimbe a vedere la chiesa di S.M delle Grazie, ma è inutile, è tutto chiuso.
Eppure un anno fa erano stati avviati restauri, si parlava di orto botanico… ora tutto tace!
Ritorniamo sui nostri passi e ci inerpichiamo su una stradina ripida e sassosa piena di solchi scavati dalle piogge chiamata in modo supponente Via dell’Amore! Arriviamo finalmente al parco giochi, la meta agognata delle mie esploratrici! Le bimbe corrono felici verso i giochi, ma Camilla inciampa su una stuoia accartocciata…niente.. si rialza e corre, mantre Lavi si diverte a fare mille acrobazie sullo scivolo e sulle scale. Le altalene disponibili sono solo due, le altre sono state tolte, rotte. Il divertente gioco della carrucola su cui contavano di andare è rotto, rimane solo il filo…alle esploratrici non resta altro che arrangiarsi con i pochi giochi funzionanti. Si è fatto tardi, Lavi e Cami sono stanche e un pò’ deluse.
Comincia far freddo, è ora di tornare a casa. Mentre cammino faccio dentro di me un’amara considerazione: non sono al dentro di questioni politiche se non per quello che mi compete da cittadino, ma, se i nostri dirigenti del Comune facessero un giro per la città per vedere da vicino le piccole e grandi criticità, anzichè contendersi poltrone e e dare spettacolo con liti da bettola, non farebbero una cosa utile alla cittadinanza, come è loro dovere?
Pierluigi Seri