SPORT E RIGENERAZIONE URBANA
La necessità di rendere funzionali ed “abitabili” le nostre città ha sviluppato un nuovo modo di concepire gli spazi urbani e le infrastrutture pubbliche.
Cambiando le coscienze sono mutate le priorità di intervento. I nuovi bisogni di comunità, il venir meno delle superfici edificabili, una crescente sensibilità per la sostenibilità ambientale richiedono risposte nuove da parte degli Enti Locali.
Nell’ultimo decennio si è consolidata l’idea di recuperare spazi significativi del tessuto cittadino, soprattutto tra le periferie più degradate, valorizzando il concetto di rigenerazione urbana, intesa quale volano per l’occupazione e l’imprenditoria. Le Amministrazioni Pubbliche da alcuni anni, tendono ad investire in infrastrutture di natura turistico – sportiva, ritenendole importanti non solo in termini di benessere e miglioramento della qualità della vita, quanto per attivare processi virtuosi di trasformazione sociale e culturale.
Dalla comunione e reciproca conciliazione di sport e rigenerazione urbana, nasce quindi una rinnovata interpretazione della gestione delle aree, utilizzando forme di partenariato tra operatori pubblici e soggetti privati. Molte e variegate le esperienze in atto, in funzione delle dimensioni degli impianti per i quali, occorre mostrare coraggio nel ripensarne la gestione.
Si stanno diffondendo, ad esempio, il modello dei c.d. Community Hub, spazi fisici da riutilizzare, con al centro la forte relazione tra persone e comunità. Sono strutturati in modo da erogare servizi e diverse forme di aggregazione: programmi culturali, ristorazione etc. Se opportunamente ripensati, possono trasformarsi in importanti opportunità di crescita.
La recente inaugurazione del palazzetto dello sport a Terni, rende orgogliosa una intera città, ma pone il forte accento sulla sua utilizzazione e gestione.
Per impianti di tale portata è vitale, prima ancora della costruzione, capirne le modalità di utilizzo e conduzione, visti gli enormi costi che questi comportano. Non si può correre il rischio, date le crescenti aspettative di una città affamata di sport come Terni, di avere un impianto, seppur di pregio, isolato, sottoutilizzato o peggio ancora preda di una inefficienza gestionale ed organizzativa che lo porterebbe ad un futuro e progressivo disuso.
Occorre pertanto individuare un gestore che, fatte le necessarie analisi in termini di utenze, stili di vita e consumi sportivi, dia garanzia di piena fruibilità all’impianto.
Il nuovo palazzetto, una grande opportunità di crescita per tutto il territorio, deve saper intrecciare: economia, sostenibilità, sport, cultura, inclusione sociale, servizi di welfare. E’ questa la vera sfida, la scommessa su cui confrontarsi. Ad oggi non si ha piena visibilità di come si vuol valorizzare un impianto che, per caratteristiche tecniche e disponibilità di posti, si pone all’avanguardia.
Occorrono professionisti e competenze di valore per inserire la struttura ternana in circuiti nazionali più ampi, se non addirittura internazionali. Si chiede pertanto ai costruttori e soggetti pubblici interessati, di interrogarsi su come definire la offerta gestionale, costruendo con la città e le regioni confinanti, una relazione diversa e più “personalizzata”, forti della nostra favorevole centralità geografica e spiccata vocazione sportiva.
La salvaguardia ed il mantenimento della economicità e sostenibilità dell’investimento, attraverso anche l’organizzazione di eventi, siano essi culturali o commerciali, sono gli unici cardini valutativi su cui poggiare il successo di questa importante e strategica infrastruttura.
Stefano Lupi