Il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno
Il tumore alla mammella nel nostro paese colpisce ogni anno circa 50.000 persone e rappresenta il cancro più frequente tra le donne. Benché possa colpire anche donne in giovane età, l’incidenza aumenta con il passare degli anni e la maggioranza dei casi viene diagnosticata nelle pazienti over 50.
La sopravvivenza al tumore al seno, anche a lungo termine, è tra le più elevate in ambito oncologico: a 5 anni dalla diagnosi, essa si attesta quasi al 90% grazie al miglioramento delle tecniche diagnostico-terapeutiche e all’attenzione sempre più alta verso la prevenzione e le sue attività.
Facciamo il punto della situazione
Le cause
I fattori di rischio non modificabili
Solo il 5-10% di tutti i tumori al seno può essere ricondotto alla presenza di specifiche mutazioni del DNA ereditate da uno dei genitori (come avviene per i geni BRCA1 o BRCA2).
Ciò significa che, in tutti gli altri casi, il tumore insorge a causa di una combinazione tra:
- predisposizione genetica, ancora poco nota;
- l’ambiente e i suoi effetti.
Sicuramente per chi ha una storia familiare caratterizzata dalla presenza del tumore al seno o all’ovaio, che è un fattore di rischio non modificabile, è consigliato valutare con il senologo un eventuale approfondimento del rischio genetico e l’eventuale partecipazione a programmi di sorveglianza.
I fattori di rischio modificabili
Sono fattori che riguardano nostri comportamenti ed abitudini.
Che cos’è la prevenzione primaria
La prevenzione primaria rappresenta il primo strumento che ognuno di noi, nella vita quotidiana, deve adottare.
Infatti, questa modalità di prevenzione consiste nella modifica di quei comportamenti che possono essere considerati fattori di rischio. Come fare? Seguendo uno stile di vita sano!
Ecco i consigli dell’esperto sul tema:
- evitare il fumo
- bere alcolici con moderazione
- praticare attività sportiva regolarmente
- tenere sotto controllo il peso
- seguire una dieta equilibrata, ricca di alimenti vegetali.
Che cos’è la prevenzione secondaria
La prevenzione secondaria è l’altra forma di prevenzione che riveste un ruolo cruciale nella lotta al tumore al seno. Questa modalità preventiva si traduce nella diagnosi precoce tramite esami che, com’è dimostrato scientificamente, può ridurre la mortalità per tumore alla mammella.
Gli esami per la prevenzione del tumore al seno
Nelle donne tra i 40 e i 70 anni, la mammografia con cadenza annuale o biennale può ridurre la mortalità fino al 40%.
La mammografia quindi è lo strumento di prevenzione secondaria più adeguato nelle donne dai 40 anni in poi, fino a raggiungere le donne over 70, dove il rischio di insorgenza, aumentando con l’età, rimane elevato.
Naturalmente, essa può e deve –in certi casi– essere associata all’ecografia, preferibilmente eseguita dallo stesso radiologo.
Per le più giovani invece, in assenza di familiarità, non è consigliata la mammografia; è suggerito invece praticare l’autopalpazione, dopo l’inizio delle mestruazioni, quando il seno è più valutabile. Nella fascia 30-40 anni, infine, è consigliabile iniziare a sottoporsi a controlli periodici, supportati dall’ecografia mammaria, con la cadenza suggerita dallo specialista in base alla tipologia del seno e alla storia familiare.
Gli attuali apparecchi mammografici provvisti di tomosintesi hanno inoltre elevato l’accuratezza diagnostica.
In conclusione la raccomandazione per tutte le donne è quella di controllare con l’autoesame il proprio seno ed affidarsi a professionisti esperti e dedicati.
Dott.ssa Lorella Fioriti
Specialista in Radiodiagnostica, Ecografia,
Mammografia e Tomosintesi Mammaria