
UNA MIA COLLEZIONE
Tantissimi anni fa, a Londra, in un mercatino delle pulci, vidi, per la prima volta, alcuni cartoncini molto ben curati, con la carta traforata e goffrata, che colpirono la mia attenzione. Un cartello spiegava cosa fossero: “The Valentine’s cards”. Biglietti d’amore da regalare il giorno di San Valentino!
Mi sembrò così strano scoprire a Londra qualcosa che si collegava al patrono della mia città! Non ne avevo mai sentito parlare prima di allora. Era il 1964.
Quel giorno, timidamente, comprai la mia prima Valentina. Era così bella!
Mi ricordava la fattura del Santino antico con la trina intorno all’immagine di Gesù Bambino o della Madonna.
In questo caso, con le Valentine, la carta, preziosa nella sua lavorazione, aveva al centro immagini di uccellini, fiori, fanciulle, cupidi che si sollevavano e segretamente si leggeva un pensiero d’amore.
Con il tempo, sono riuscita a raccogliere ben 350 Valentine, partecipando anche ad un’asta di questi bigliettini d’amore persino ad Edimburgo. Sono state la mia prima collezione. Le ho osservate, analizzate, studiate. Ho scoperto che in Gran Bretagna vi era una lunga tradizione anche letteraria sul giorno di San Valentino, legata all’amore.
Geoffrey Chaucer (1343-1400) dimostra nei Canterbury Tales che il culto per San Valentino era già vivo. Interessante il Parlamento degli uccelli, il primo riferimento storico del fatto che il 14 febbraio è il giorno speciale per gli amanti. Gli uccelli dovevano scegliere la propria amata.
Carlo di Orleans, prigioniero alla Torre di Londra per 25 anni, in una ballata scrive “Quando giovinezza mi teneva nella sua casa… entrò in camera mia un bel mattino, era il giorno di San Valentino e mi svegliò dicendomi “Tu dormi troppo”!
E poi Shakespeare in Amleto “Domani è il giorno di San Valentino……ed io sarò la tua Valentina”.
E ancora tanti altri scrittori che testimoniano una tradizione antica amata e divulgata in tutto il mondo anglosassone.
Ma qual è il nesso con la figura del Santo?
Forse dobbiamo ricordare la festa dei Lupercali nell’Antica Roma (per il risveglio della natura bisognava allontanare i lupi) rito con formazioni di coppie fatte a caso che vivevano in intimità per un anno. Le matrone si univano in amplesso coi giovani.
La Chiesa con Papa Gelasio nel 496 annullò tale consuetudine pagana e diede inizio al culto di San Valentino fissando a metà febbraio la festa.
Degli antichi Lupercali rimangono la fine dell’inverno e il risveglio della natura quando comincia la stagione degli amori per gli uccelli e la loro nidificazione.
Quando comprai la mia prima Valentina nel 1964, nella mia città non si parlava di San Valentino protettore degli innamorati.
Il culto verso il Santo era molto forte, la mia famiglia si recava alla chiesa dove era l’urna del Santo, si assisteva alla messa, si compravano “le mosciarelle”, lungo il tragitto, ci si emozionava alla storia del Santo, martirizzato fuori Porta Flaminia ma l’amore no, non veniva accostato al Santo.
Molte cose sono cambiate dagli anni Sessanta ad oggi. Sono state scritte leggende, storie sentimentali, biografie legate al Santo, la globalizzazione ha fatto il resto, anche per l’esplosione del mito di San Valentino, protettore degli innamorati.
La tradizione delle Valentine è esportata da Londra a New York e di rimando in Italia, attraverso gli emigranti. Ci sono Musei dedicati alle Valentine in America e in Inghilterra.
Anche Terni ebbe la sua prima mostra di Valentine negli anni ’90. Insieme ad Elisabetta Fontana, grande organizzatrice di eventi culturali, ideammo una mostra che comprendeva le mie Valentine, un intero corredo di biancheria di Mastro Raphael, dedicato alle immagini dei cartoncini e infine Michelangeli di Orvieto che aveva realizzato per l’occasione oggetti e mobili di legno chiarissimo ispirati dalle Valentine. Collezionismo e alto artigianato si erano fusi in questa occasione.
Venne la RAI nazionale a documentare la mostra e per due anni venni invitata a Mattino in Famiglia a parlare delle Valentine e del loro significato.
Anche la rivista Rakam venne attirata da questi bigliettini d’amore e fece un intero servizio sulle mie Valentine.
Forse, dopo tanti anni, è arrivato il momento di tirarle ancora fuori. Magari con un libro. Il mio attestato d’amore a Terni e al suo Patrono.
Anna Maria Bartolucci