LE PROSPETTIVE DI RIFORMA DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU

La riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è un argomento di cui si discute da decenni, poiché molti Stati Membri ritengono che la composizione e le funzioni dell’organo non rispecchino adeguatamente l’attuale assetto geopolitico mondiale. In proposito sono stati elaborati vari progetti di riforma, nei quali si evidenzia l’opportunità di apportare modifiche sugli aspetti che seguono.

  • Integrazione del Consiglio di Sicurezza con nuovi Membri Permanenti – Paesi come Brasile, Germania, India e Giappone (il cosiddetto gruppo G4) chiedono da tempo di diventare Membri Permanenti. Essi sostengono che la loro inclusione renderebbe il Consiglio di Sicurezza maggiormente rappresentativo degli equilibri mondiali. L’Africa è attualmente l’unica macroregione senza rappresentanza permanente. L’Unione Africana ha proposto l’inclusione di due Membri Permanenti africani con diritto di veto.
  • Limitazione del veto – Diverse proposte suggeriscono di limitare l’uso del diritto di veto per evitare situazioni di stallo su questioni cruciali, come i crimini contro l’umanità o le gravi violazioni dei diritti dell’Uomo. Ad esempio, la Francia ha proposto che i Membri Permanenti si astengano dall’usare il veto quando sono consumate atrocità di massa. Alcuni Stati Membri suggeriscono l’abolizione totale del veto per democratizzare il funzionamento del Consiglio di Sicurezza.
  • Miglior rappresentanza regionale – L’aumento del numero di membri non permanenti è un modo per garantire nel Consiglio di Sicurezza una rappresentanza più equa delle diverse regioni del mondo. Attualmente i membri non permanenti sono dieci e vengono eletti per un periodo di due anni.
  • Seggi regionali rotativi – Alcune proposte prevedono l’istituzione di seggi regionali rotativi, dove le macroregioni eleggono i propri rappresentanti periodicamente. Questo modello potrebbe migliorare la rappresentanza geografica senza aumentare eccessivamente il numero complessivo dei membri del Consiglio di Sicurezza.
  • Processo decisionale più trasparente – Alcuni Stati Membri chiedono maggiore trasparenza nei processi decisionali del Consiglio di Sicurezza, compresa la pubblicazione dei verbali delle riunioni, e un maggiore dialogo con l’Assemblea Generale (dell’ONU). È stato proposto anche di puntualizzare in maniera migliore le responsabilità dei membri del Consiglio di Sicurezza, di monitorarle con valutazioni periodiche, di introdurre l’obbligo di motivazione per l’esercizio del diritto di veto.
  • Coinvolgimento delle organizzazioni regionali – È stato proposto di rafforzare il coinvolgimento delle organizzazioni regionali (come l’Unione Africana, l’Unione Europea, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) nell’adozione delle decisioni del Consiglio di Sicurezza, al fine di accrescere il loro contributo alla pace e alla sicurezza regionale.

Le riforme del Consiglio di Sicurezza richiedono un ampio consenso dei membri dell’ONU, inclusi i cinque Stati con diritto di veto. Le differenti priorità e le divergenze negli interessi da perseguire rendono complessi, lenti e difficili da portare a termine i diversi tentativi di revisione della normativa vigente.

Tuttavia, la riforma del Consiglio di Sicurezza rimane un obiettivo importante, che richiede negoziazioni diplomatiche articolate e compromessi. Qualunque modifica deve mirare a rendere il Consiglio di Sicurezza più rappresentativo, più trasparente, più efficace nella sua azione.

Roberto Rapaccini