LE INTUIZIONI DI CIAURRO E IL CARATTERE PITTORESCO NEL PAESAGGIO DI SALVATOR ROSA

Possiedo da molti anni una ricca documentazione riguardante Ilario Ciaurro, donatami dallo stesso artista, in un pomeriggio in cui ci eravamo intrattenuti sulla poesia di Heinrich Heine, suo poeta preferito.

Il gesto generoso fu accompagnato dalle parole “Abbine cura, Anna Maria!” ed io, a più riprese ho letto, riletto e tirato fuori in varie occasioni notizie riguardanti la vita prodigiosa del nostro artista campano naturalizzato ternano.

Ilario aveva chiesto ad una delle sue figlie, Noemi, giornalista dell’Europeo, di fare per lui alcune ricerche su Salvator Rosa e il territorio ternano alla Biblioteca Nazionale.
Credo si trattasse di alcune dicerie raccolte dallo stesso Ilario e da alcune sue convinzioni personali nate dall’osservazione del paesaggio nelle opere di Salvator Rosa.

Noemi trova in ben tre biografie il riferimento a Terni e gli trascrive la lettera al Ricciardi, fraterno amico suo, in cui racconta le sue impressioni di viaggio, al ritorno da Loreto nel 1662.

“Vidi luoghi di straordinario diletto per la pittura. Vidi a Terni (cioè 4 miglia fuori di strada) la famosa Cascata del Velino, fiume di Rieti, cosa da far spiritare ogni incontentabile cervello per la sua orrida bellezza, per vedere un fiume che precipita da un monte di mezzo miglio di precipizio ed innalza la sua schiuma”.
“Il nostro paesaggio – scrive Noemi al padre – ebbe una notevole influenza sulla sua pittura”.

E aggiunge “In quanto a Stroncone possiamo sbrigliare la fantasia e credere che Salvatore vi abbia fatto una scappata a trovare una qual zia Nannina o Carolina” Noemi sembra scherzare con il padre su questo argomento ma sono sicura che è stato lo stesso Ilario ad immaginare una tale possibilità. non so dove lo possa aver letto o sentito ma una cosa è certa, Ilario Ciaurro chiede a sua figlia di trovare documenti su una probabile venuta a Terni di Salvator Rosa, senza conoscere la lettera al Ricciardi.
Questa materia è molto interessante e andrebbe approfondita.

Salvator Rosa descrive l’orrida bellezza della cascata a oltre 100 anni prima di Byron, prefigurando in qualche modo il gusto del Pre-Romanticismo.

I suoi paesaggi, soprattutto nell’ultimo periodo, non sono di maniera, sono vissuti psicologicamente e, forse, il viaggio a Loreto, osservando i nostri monti e i nostri colori, lo hanno aiutato nel dipingere alcuni capolavori dell’ultimo periodo. Ilario Ciaurro era nato a Napoli come Salvator Rosa, lo sentiva vicino perché entrambi spiriti liberi che amavano il paesaggio fuori dalle strettoie delle scuole d’arte e di pensiero.

Anna Maria Bartolucci