LE COMUNITÀ: SI, ANCHE ENERGETICHE

Abbiamo il dovere umano di guardare in faccia la realtà: l’anno appena trascorso ha registrato le più alte temperature da quando homo sapiens abita la Terra. In particolare nell’area del mediterraneo. Del resto il livello di anidride carbonica, la CO2, in atmosfera non stato mai così alto, concorrendo ad aumentare l’effetto serra. Non può più stupire nessuno il succedersi ravvicinato di eventi estremi, in tutti i continenti. In particolare, come è comprensibile, sono i giovani in tutto il mondo ad invocare un cambio rapido e drastico di rotta; per sostituire l’attuale modello economico, di vita, di consumi e di produzione di beni, oramai incompatibile con gli equlibri del pianeta, con uno innovativo e sostenibile. Sul banco degli accusati ci sono i potentati del mondo; dalle grandi potenze che chiudono gli occhi sul collasso incombente e non collaborano fra di loro, ai grandi interessi economici legati all’uso pervasivo delle fonti fossili di energia. Eppure il tempo per correre ai ripari e ridurre, quantomeno, i danni alle persone ed alle cose, sta scadendo. Contro la sordità e la non volontà di costoro va tenuto alto e costante il livello di critica e di lotta democratica. Tuttavia, anche le comunità locali ed i singoli cittadini sono chiamati in causa da questa sfida epocale e perciò tenuti a modificare, nel segno della sobrietà e sostenibilità climatica i loro stili di vita. Non solo con nuove abitudini virtuose che riducano il consumo di energia e la quantità delle emissioni e della impronta ecologica di ciscuno di noi, ma anche impegnandosi ad utilizzare nuovi strumenti, resi disponibili dal progresso delle teconologie energetiche. Uno dei nuovi strumenti che i cittadini, associandosi tra loro, possono attivare ed usare proficuamente è la Comunità energetica rinnovabile, la CER, il cui impiego è promosso, incoraggiato ed incentivato economicamente dalla normativa europea e nazionale. Costituire una comunità energetica rinnovabile, fra una varietà di soggetti locali, come singoli nuclei familiari, imprese, Enti pubblici ed associazioni, vuol dire riuscire ad utilizzare energia rinnovabile, con il risultato di ridurre il costo dei consumi energetici per tutti i membri della Comunità ed abbattere le emissioni di gas serra. Il valore medio di emissioni di CO2, per ogni kilowattora consumato dal contatore domestico, è di 352,4 grammi. La produzione di energia fotovoltaica invece, al netto della CO2 emessa in fase di realizzazione dell’impianto e dei suoi componenti, non produce emissioni dannose per l’ambiente. Considerando che, in Italia, una famiglia tipo consuma circa 2.700 kWh di energia elettrica all’anno, con un impianto fotovoltaico, si eviterebbero le emissioni di circa 950 kg CO2/anno corrispondenti all’attività di assorbimento di circa 95 alberi. WInfatti, le fonti di energia che una CER può utilizzare debbono essere rinnovabili, come il solare fotovoltaico, l’eolico, il geotermico, l’idroelettrico ed altre fonti pulite ed in via di sperimentazione come l’energia dei mari. Gli impianti che ciascuna comunità può realizzare devono essere di taglia contenuta, non superiore a 1000 Kw di potenza, per poter accedere ai contributi pubblici, sia per gli investimenti che per la gestione. L’attuale impennata dei costi dell’energia e del gas in particolare, dovuta alle ricadute economiche ed alle manovre speculative seguite alla guerra in Ucraina, rende la realizzazione di una CER, con i costi finali in bolletta, ancora più conveniente, economicamente; potendosi prevedere una riduzione dei costi di almeno il 30%. Un vantaggio per tutti gli utenti associati nella Comunità ed in particolare per quei soggetti che si trovano in condizioni di “povertà energetica”, ovvero hanno difficoltà a sostenere i costi dei conumi di energia per scaldarsi e sostenere le altre utenze elettriche di abitazioni o laboratori. La comunità energetica rinnovabile si caratterizza per un ulteriore aspetto “ virtuoso”, nel segno della innovazione; Le Comunità, infatti, sono anche uno strumento di diffusione efficace delle tecnologie di efficientamento energetico e di sviluppo delle tecnologie della domotica, a partire dall’utilizzo dell’Energy Box, come sistema tecnologico di rilevamento dati e regolazione automatizzata del funzionamento della singola partecipazione nella CER. Ciascun membro della Comunità, infatti, è un “ prosumer”, ovvero, al tempo stesso, produttore e consumatore di energia. La offre agli altri quando ne produce in eccesso rispetto alla sue esigenze orarie e ne prende dagli altri quando ne ha bisogno per coprire i suoi consumi. Uno scambio continuo e capillare di energia che solo le tecnologie informatiche e digitali rendono possibile, anche per mezzo del supporto di adeguati sistemi di accumulo della energia prodotta da tutti gli a impianti della comunità, nelle ore di minore prelievo. La Comunità rende gli utenti più indipendenti dalla rete elettrica tradizionale, a cui si può accedere solo nei casi in cui sia necessario ed, al tempo stesso, li stimola ad acquisire maggiori attitudini al risparmio e all’uso razionale dell’energia. La dotazione di apparecchiature di monitoraggio dell’energia ottenuta dal sistema comunitario di condivisione e è consumata, nelle diverse fasce orarie dall’utente, può favorire tale apprendimento virtuoso. La CER si sostiene su importanti agevolazioni pubbliche per il fatto che è uno degli strumenti sociali più efficaci per partecipare attivamente alla transizione energetica. Anche a Terni sonno in cantiere le prime Comunità; per ora si contano sulle dita di unamano, ma nel prossimo futuro potranno diventare decine e decine. Anche le Istituzioni, invece che distratte spettatrici, dovrebbero svolgere un ruolo di promozione, tenuto anche conto del grande potenziale, di supporto alla CER, di ASM, la società municipale, ambientale ed energetica.

Giacomo Porrazzini