Lavoro che fai dress code che trovi!

Dress Code

Dress code, ancora una volta un concetto mutuato dall’inglese che, in italiano, si traduce con “codice di abbigliamento”.

Strettamente attuale negli ultimi tempi, si pensi a Daria Bignardi neo direttrice di Rai3 che ha introdotto appunto, un dress code, molto rigido, per le conduttrici del telegiornale. Qualche tempo prima di lei, sempre in casa Rai, il direttore di RaiParlamento, Gianni Scipione Rossi, aveva firmato un ordine di servizio imponendo un dress code specifico ai giornalisti che conducono il Tg: giacca tinta unita o un gessato sobrio, di colore blu o grigio. Niente giacche a quadri e cravatte fantasia dai colori sgargianti. Idem per le donne, con l’aggiunta della massima sobrietà anche per orecchini, collane, spille e accessori di ogni tipo. In realtà il dress code è vecchio come il mondo. Tutte le culture hanno il proprio, più o meno severo, e questo riguarda, soprattutto, i vestiti tipicamente professionali, le famose divise da lavoro.

A volte il dress code è fondamentale come nel caso delle compagnie aere. Non solo cortesia e padronanza delle lingue straniere, per piloti e assistenti di volo è richiesto un look impeccabile e competenze peculiari. Baffi stile “ferro di cavallo” e assimilabili, sono vietati a bordo degli aerei Qantas, mentre maniche lunghe sono obbligatorie per le hostess Qatar Airways. Un trucco perfetto è richiesto invece a bordo degli aerei Virgin di Richard Branson.

Ma ben altro si chiede in altri casi. Per lavorare con la compagnia brasiliana Tam, occorre aver partecipato a un corso di sopravvivenza nella foresta amazzonica, mentre WestJet chiede di riuscire a sollevare sopra la testa pesi fino a 23 Kg. Non si sa mai cosa occorra sollevare a bordo!

C’è poi chi richiede di fare attenzione alla bilancia e al girovita, come Malaysia Airlines, o di riuscire almeno a galleggiare in acqua, nel caso di EasyJet. Attenzione alla dimensione della testa, quelle troppo “ingombranti”, ovvero dotate di pettinature stile anni ’80, non sono consentite se si vuole lavorare a bordo degli aerei American Airlines. Mentre, ovviamente, deve essere tutto assolutamente impeccabile se si viaggia per la compagnia aerea di Sua Maestà, British Airways.

Ci sono poi gli inevitabili fattori culturali e religiosi da tenere presenti. Ad esempio, il recente accordo sul nucleare, che ha significato lo stop alle sanzioni contro l’Iran, ha fatto sì che dopo anni di interruzione siano ripresi, proprio quest’anno, i voli di molte compagnie aeree su Teheren. Ma c’è un severo dress code. Le hostess devono infatti indossare pantaloni, giacca lunga che copra i fianchi e il velo.

Nonostante le proteste, in particolare delle hostess Air France, le prime soggette al nuovo codice di abbigliamento, quest’ultimo è stato chiaramente applicato a tutte le compagnie aeree aventi quale destinazione la capitale iraniana.

Seduti a bordo poi ci sono i passeggeri con cui le compagnie aeree sono comprensibilmente molto più tolleranti in merito all’abbigliamento. Non c’è nessuna imposizione in termini di dress code, neppure nelle classi Business o First, quindi un abbigliamento sciatto e un aspetto disordinato non vi impediranno di volare.

Per vedersi negare l’imbarco occorre veramente violare la decenza, insomma presentarsi a dorso nudo oppure non indossare nessun tipo di calzatura!

Alessia Melasecche