Sodalizio artistico tra Antonio Spaccatini e Alessandro Casagrande
Nel chiostro di Palazzo Mazzancolli, di fronte ad un numeroso pubblico, l’8 settembre scorso, si è tenuto un concerto che aveva per protagonista la musica di Alessandro Casagrande scritta per alcune liriche di Federico Garcia Lorca.
Non appena la musica ha cominciato a dialogare con il testo, mi sono sentita trasportare negli anni della mia prima gioventù. Siamo nel 1959 ed io ero poco più di un’adolescente quando iniziavo a recitare con Antonio Spaccatini. Proprio con “La morte di Ignazio”, il testo poetico della serata. Mi sono sentita una sopravvissuta e so di esserlo davvero. Michele Benucci, nella sua presentazione, aveva accennato ad Antonio Spaccatini, come attore famoso dell’epoca, ma non aveva sottolineato la grande amicizia che vi era tra i due, una specie di sodalizio artistico che andò avanti per circa un ventennio, sino alla morte del maestro avvenuta nel 1964 a soli 44 anni. La musica di Alessandro Casagrande è stato il contrappunto musicale che accompagnava ogni spettacolo o evento, anche minimo di “Tonino”.
Alessandro amava la letteratura, il canto armonioso che la voce di Tonino, voce calda, bellissima, duttile gliela restituiva nella sua straordinaria armonia. Proprio in questi anni, tra il ‘59 e il ‘60 aveva scritto “Nymphaea”, opera in due atti su testo originale di Alessandro.
Rolando Teofoli, lo studioso del dialetto ternano, direttore didattico e poeta, così descrive questo aspetto del maestro.
“A Sandrino nostro”
Quanno pe la strada lu ncontrao
Ce mettessimo a parlà,
a l’argumentu era sempre quillu:
de che vulivi parlà, co Sandrinu?
De musica, de poisia,
de pianuforte e d’arminua.
Gni tantu, a lu telefunu,
me iamaa
“Senti nn po’
Com’è stu versu?
Sta vocale è lunga o breve?
L’accentu come casca:
acutu o circumflessu?
“A Sandrì, a che te serve?”
La risposta era listessa:
“Deo compone un cantu,
un’armunia.
Sandro e Tonino avevano due personalità fortissime, pur nella diversità dei loro ruoli.
Il primo, musicista, direttore del Briccialdi che, sotto la sua direzione, era aperto alla città, ospitando di volta in volta, a Palazzo Manassei, nel salone dei concerti, ogni evento culturale; l’altro, ragioniere della Cassa di Risparmio che coltivava l’amore per il Teatro sin da piccolo e, durante la prigionia in India, organizzava eventi teatrali con testi scritti da lui davanti alle truppe.
Due persone che avevano delle passioni, amanti della cultura, che tanto hanno dato a Terni, promuovendo un clima culturale ricco di fermenti in quella città martoriata dalla guerra, pronta, però, a guardare avanti.
Antonio Spaccatini fonda, in quegli anni, il Piccolo Teatro Città di Terni in lingua italiana, rappresenterà “Romanticismo” al Teatro Verdi nel 1961, a cento anni dall’Unità d’ Italia, avrà un’esperienza importante alla Rai con “Scacco Matto”, si fa conoscere ed apprezzare anche fuori Terni tanto che nel 1964 inciderà un disco con la RCA che viene premiato a Roma.
Spinto dal talento e dalle offerte si trasferirà a Roma e prenderà parte ad alcuni film, anche di Fellini.
Alessandro Casagrande terminerà la sua lunga carriera di musicista, iniziata nel 1939 con la Caccia, con il Pianto della Madonna di Jacopone da Todi, scritta tra il 3 febbraio e l’11 agosto del 1964. Non fu un caso che Alessandro Casagrande scrisse la musica per questa opera del poeta tuderte.
Antonio Spaccatini aveva organizzato questa sacra rappresentazione in occasione della venuta aTerni di Don Rotondi, a San Francesco, insieme alla sottoscritta.
Alessandro era con noi. Fu l’ultimo regalo al suo amico Spaccatini.
Anna Maria Bartolucci