LA NOTTE MAGICA DI SAN GIOVANNI

La presentazione del libro di Mario Piola antropologo, “I giorni del sacro”. Ritualità ancestrali della Valnerina” avvenuta a Montefranco, nella seconda metà di Maggio, mi ha portato alla memoria i riti della mia famiglia proprio di origine montefrancana.
L’attaccamento di mia madre alla natura lo avevo sempre interpretato come frutto della sua nascita in un bosco, proprio di fronte al cimitero di Montefranco.
La madre Anna Giubila, pur essendo in gravidanza inoltrata, aveva seguito il marito Antonio a raccogliere erba selvatica da cuocere, cicoria, crispigni e altre ancora, ottima bollita e ripassata in padella con aglio e olio. Mia madre Giovanna mi aveva insegnato ad amare la natura, a godere di quello che lei ti offriva, funghi, asparagi, vitabbie, more, erano sempre sulla nostra tavola. Mi raccontava anche come lei e i suoi fratelli, Mauro e Ponziano, scendevano nel sottostante fiume Nera e raccoglievano con le mani i gamberi di fiume. Mi ha sempre impressionato pensare alla purezza di quelle acque, all’abbondanza di piccoli crostacei. Il mese di giugno aveva una sua ritualità importante, quella della notte tra il 23 e il 24 giugno. Tutte le donne del paese raccoglievano erbe profumate e le mettevano in acqua in quella notte magica per farne una specie di lavacro sacro e profumato che scacciava i malesseri e le sfortune.

Raccoglievano il rosmarino, la lavanda, la ruta, l’aglio, la salvia, la malva e soprattutto l’iperico a cui si riconosceva un potere magico che allontanava le entità maligne. Il momento della sua massima fioritura cadeva proprio il 24 giugno, tanto che si chiama fiore
di San Giovanni..

Un rito antichissimo, che affonda le sue origini nei cicli dell’anno contadino, quando i solstizi avevano un ruolo importante per le trasformazioni che si propiziavano.
Mia madre, nata il giorno di San Giovanni ha avuto sempre un culto particolare per questa giornata, metteva l’acqua benedetta in una “bagnarola” di zinco o di alluminio fuori dalla porta di casa per carpire il profumo della notte e catturare l’influsso della luna e della rugiada ritenuto fondamentale. Le tradizioni sono un’autentica ricchezza per un popolo e non andrebbero cancellate come purtroppo accade.

Anna Maria Bartolucci