X

IO SON SICURO CHE…

Come diceva la canzone, sono sicuro che sulla ferrovia tra Terni e Spoleto prima o poi ci sarà il traforo di base di 18 km, e potremo non alzare lo sguardo dal cellulare, dal computer o dai nostri pensieri e saremo già arrivati. Io, confesso, sono di quelli che guardano dal finestrino, e forse mi sentirò un po’ perso. Ho le mie perplessità sulla cosa, voglio dire strutturali, anche se i colleghi geologi che hanno eseguito i rilevamenti mi tranquillizzano.

Si porrà allora il problema di cosa fare della linea vecchia. Non nascondo che, secondo me, le piste ciclabili vanno messe soltanto sulle varianti non più utilizzate, ma senza stazioni, com’è il caso di quella sotto Narni, e considero la ciclabile sulla Spoleto-Norcia un errore, che pagheremo, e forse a rate stiamo già scontando.

Nel caso dell’attuale linea Terni-Spoleto (A.D. 1866), che attraversa la Valserra, c’è la stazione di Giuncano, ideale per la creazione di un punto di aggregazione, o hub, come si dice oggi, per passeggiate a piedi o in bicicletta ed esplorazioni varie. La Valserra è ormai molto spopolata, e potremmo anche ipotizzare di percorrerla in futuro con un treno turistico con le carrozze centoporte e colorate in castano (un po’ più scuro) e Isabella (un po’ più tendente al giallo): è una coppia che va sempre insieme, e dicono i puristi che Isabella (forse di Castiglia) senza castano sappia di poco. Sia come sia: chissà mai che si possa mettere anche qualche convoglio regolare, e che in ogni modo sia una buona scusa per conoscere la bellezza della valle.

La linea, uscita da Borgo Bovio costeggiando via Tre Venezie, passa sotto Rocca San Zenone, che la stazione non l’ha mai avuta, ma si potrebbe pensare, in chiave turistica appunto, di mettere un marciapiede a bordo linea ed una scalinata per salirvi, o magari un ascensore. Da quando Luigi Cantamessa di Fondazione FS ne inventa una al giorno, anche a noi è consentito di sognare. E poi c’è stato, non molto tempo fa, e grazie a Christian Armadori, il treno delle fiabe (il narratore era Stefano de Majo) fino alla stazione di Marmore, un tale successo che, ne facessero dieci (o cento…), li riempirebbero lo stesso.
So che è un’altra linea, ma il concetto è quello.

Dicevo di Rocca San Zenone perché ricordo dei turisti tedeschi seduti dal lato giusto, che al passaggio hanno esclamato “Wunderbar! Entzückend!”, ed altro che non ho capito, ma sì meraviglioso e delizioso lo è, lo sappiamo tutti, e poi hanno cercato di capire come andarci. Autobus da Terni, ogni tanto. Ma volete mettere il treno e la salita ad uscire dalla valle? E poi sapete che c’era la stazione al servizio delle miniere
di lignite di Morgnano – Sant’Angelo. Investendoci un po’, e con senso turistico, sarebbe una grossa opportunità, collegata anche alle varie bellezze verso Rieti, anche la stazione di Piediluco con passeggiata verso il lago od anche quella di Stroncone, poi trasformata in posto movimento. E già riattivare la stazione di Cospea, per servire la Polymer, anche questa sarebbe un’idea. E sicuramente vi ho già detto del tram per Ferentillo con la carrozza ristorante e la vista delle cascate…

Insomma, siamo arrivati al punto, e pionieri come Cantamessa ed il nostro Armadori lo sanno benissimo, che il turismo si confonde e si mescola con una vera qualità della vita e sostenibilità, che no, non è un fattore economico, è proprio un differente modo di pensare.

Carlo Santulli

 

Redazione:
Related Post