INFORMATICA a 360°

Passato lo spauracchio del Millennium Bug, ripercorriamo insieme, quelli che furono gli avvenimenti più importanti dall’anno 2000.

In pochi si ricordano la sua data di nascita e ancora meno hanno memoria di com’era il mondo prima di “lei”. Parliamo della penna USB, o dispositivo di memoria flash. La prima “chiavetta”, come viene confidenzialmente chiamata, debuttò nel gennaio 2000 dalla Trek Technology di Singapore e aveva una capienza di 8 mb. Una rivoluzione formato tascabile: fino ad allora i metodi per conservare i dati, o trasportarli da una macchina all’altra, erano lenti e dalla capacità limitata (i floppy disk) oppure delicati e bisognosi di tecnologie costose e particolari per essere scritti e riscritti (i CD-ROM). Serviva qualcosa che fosse veloce, robusto, universale e duraturo nel tempo e la chiavetta rispose bene a tutte queste caratteristiche. La sua versatilità le permise di trasformarsi in prodotti “alternativi” (tipo i primi lettori di MP31 che erano, appunto, delle chiavette usb evolute) e di diventare un amatissimo gadget e veicolo pubblicitario che ancora oggi usiamo, nonostante le lusinghe del cloud2.

Sempre nello stesso periodo, arrivò ufficialmente in Italia la prima ADSL3, con la sua “mirabolante” velocità di 640 kb/s. Nota ormai da oltre vent’anni, questa connessione permette la trasmissione dei dati, sulle linee telefoniche tradizionali su rame ed è quindi legata alla connettività fissa. Le tipologie di connessione più recenti a banda larga xDSL o DSL (Digital Subscriber Line, “linea telefonica digitale”) hanno permesso comunque, negli anni, di raggiungere velocità di connessione impensabili, ben oltre i 40 Mbit/s (valore puramente indicativo se si considera che, in media, con l’ADSL si naviga a circa 7 Mbit/s). Questo tipo di connessione, attualmente, è una tecnologia superata e in alcuni ambiti, non riesce a fornire la velocità minima richiesta per molti dei servizi attualmente presenti sul web. 

Come excursus, arriviamo ai nostri giorni all’ FTTC (Fiber To The Cabinet ovvero, fibra fino all’armadio), si tratta della tecnologia con cavo in fibra ottica dalla centrale alla cabinet (ovvero uno di quegli armadietti che sempre più spesso vediamo spuntare nelle strade delle nostre città) e il tratto rimanente, ossia dalla cabinet a casa, in rame. Questo tipo di connessione, sfrutta un cavo sottilissimo con un’anima in vetro speciale, che permette di trasportare un segnale di luce su distanze molto lunghe, senza che ci sia degradazione del segnale stesso. La connettività in fibra ottica FTTC può arrivare a velocità elevate, fino a 100 o 200 Mbps (mega bit al secondo), con prestazioni migliori tanto più la casa è vicina ad un armadio stradale da cui parte l’ultimo tratto della connessione, realizzato in rame o misto rame, per arrivare fino alla tua casa.

Esiste poi, in alcune zone, la FTTH (Fiber To The Home ovvero, fibra fino a casa), dove l’intero collegamento, dalla centrale a casa, viaggia su fibra ottica. Per questa tipologia di connessione, è necessario l’utilizzo di un modem che converta questi segnali di luce in segnali digitali e viceversa. La connettività in fibra ottica FTTH può arrivare a velocità elevate, fino a 10 Gbps (giga bit al secondo) in download. 

 

1 I dispositivi definiti come lettori MP3 sono dei lettori di musica digitale, in grado di riprodurre musica codificata nello standard MP3.

2 Il cloud (nuvola) è una vasta rete di server (computer) remoti ubicati in tutto il mondo, che sono collegati tra loro e operano come un unico ecosistema. Questi server possono archiviare e gestire dati, eseguire applicazioni o distribuire contenuti o servizi. Anziché accedere a file e dati da un computer locale, vi accederai online, da qualsiasi dispositivo che disponga di una connessione Internet, e le informazioni saranno disponibili sempre, indipendentemente dalla tua posizione.

3 Sigla di Asymmetric Digital Subscriber Line, che nelle telecomunicazioni indica una tecnica di trasmissione a elevata velocità, per servizi numerici a banda larga.

Raffaele Vittori