L’anno 2000 è ricordato soprattutto per Il Millennium bug. Noto anche come Y2K bug, era un difetto informatico (bug), che si sarebbe manifestato al cambio di data tra il 31 dicembre 1999 e il 1º gennaio 2000 in alcuni sistemi di elaborazione dati.
Previsto ed anticipato con molto allarmismo da parte dei mass-media e dell’opinione pubblica, il problema si verificò ma risultò di facile gestione, grazie alle misure di precauzione adottate negli anni precedenti.
Il Millennium bug nasceva dal fatto che, per rappresentare le date, diversi pacchetti software sviluppati a partire dagli inizi dell ’ informatica , utilizzavano soltanto le ultime due cifre decimali per memorizzare l’anno, le quali potevano assumere valori compresi tra “00”, corrispondente al 1900, e “99”, corrispondente al 1999; in questo modo, al raggiungimento dell’anno 2000 le conseguenze sarebbero state imprevedibili.
Il Millennium bug fu quindi una conseguenza del fatto che i primi sistemi informatici disponevano di una ridotta quantità di byte di memoria, cosa che induceva i programmatori a risparmiare sul numero di cifre per la rappresentazione delle date.
Era quindi chiaro fin da subito che procedendo in questo modo ci sarebbe stata una criticità al termine dell’anno 1999, ma si scelse di dare per scontato che, con il passare degli anni, i pacchetti software sarebbero stati completamente aggiornati.
l’Unione europea nei primi mesi del 1998, preoccupata soprattutto per la concomitanza temporale del problema con l’introduzione dell’euro, prevista agli inizi del nuovo millennio (1° gennaio 2002), spinse per la creazione di una commissione dedicata alla sicurezza, alla sorveglianza ed alla risoluzione del bug informatico. Nonostante gli annunci ufficiali che i governi e le aziende dei principali paesi si stavano adoperando e stavano investendo ingenti somme di denaro per risolvere il bug, iniziarono a moltiplicarsi su Internet, tramite i blog, gruppi di pressione di stampo millenarista e apocalittico, che predicavano l’arrivo della fine del mondo e suggerivano alla popolazione di trovare riparo in bunker che li avrebbero salvati dalla catastrofe incombente.
Tolto l’eccessivo allarmismo, però, era chiaro che ormai lo Y2K bug veniva preso in maniera piuttosto seria; in contrasto alle speculazioni apocalittiche, molte aziende fornivano supporto per permettere agli utenti di verificare di persona se i propri apparecchi informatici potessero incappare nel problema ed eventualmente di risolverlo.
Aziende come IBM, Intel, Compaq e Olivetti realizzarono programmi per la verifica dei computer, permettendo di capire se essi erano “2000-compatibili”, mentre la Symantec rilasciò il pacchetto “Norton Utilities” per risolvere il problema; molte riviste specializzate, inoltre, rilasciarono supporti contenenti patches per correggere il difetto.
Forse grazie a tutto questo o forse per “tanto rumore per nulla”, la mezzanotte del 2000 arrivò e passò senza grossi drammi. Il mondo tirò un bel sospiro di sollievo.
Anche in casa Microsoft il nuovo millennio lasciò il segno, ma per ragioni tutt’altro che positive: il 19 giugno del 2000 nasceva Windows Millennium (o ME), ultimo sistema operativo made in Redmond1 della
serie 9x. Progettato per sostituire due predecessori illustri (Windows 98 ma più ancora Windows 95), oltre ad essere stato l’ultimo sistema basato su DOS.
La sua versione consumer era appunto Millennium, mentre la versione business destinata ai server si chiamava Windows 2000.
Entrambi furono destinati a una vita brevissima, in quanto fortemente instabili e pieni di bug che ne pregiudicavano l’utilizzo, tanto da averlo soprannominato “il vero millennium bug “, anche se come in ogni storia che si rispetti dopo la tempesta c’è sempre il sereno. Nel 2001, infatti, Microsoft corse ai ripari annunciando Windows XP.
1 Città degli Stati Uniti d’America nella contea di King, dello Stato di Washington, situata circa 20 km ad est del centro di Seattle, fa parte della grandearea metropolitana di Seattle ed è celebre perché ospita la sede centrale della Microsoft Corporation ed anche la filiale americana della Nintendo.
Raffaele Vittori