È il territorio a restituirci l’autenticità del volto locale, mentre la città
gestisce, con una maschera, il ruolo sfuggente dell’identità globale?
Narni, domenica 8 Ottobre presso la Chiesa di San Domenico si è tenuto uno dei tanti incontri culturali, “Il volto del territorio, la maschera della città”.
Un tema affrontato dall’Avvocato Patrizia Bececco e dal Sociologo Raffaele Federici. Si può intervenire sull’importanza di una rinnovata cultura della legalità e del diritto nel merito di reati ambientali e delle responsabilità collettive dei danni ecologici. A partire dagli anni ’70, in particolare con la Conferenza di Stoccolma, la Comunità internazionale e le istituzioni
nazionali, hanno definito l’ambiente nella sua accezione giuridica, come fattore di primaria importanza nelle reciproche interazioni nei diversi aspetti del vivere umano. Si pensi al rapporto ambiente-salute, ambientesviluppo.
L’ambiente rappresenta un bene unitario e immateriale, in relazione al quale si configurano
e si intersecano interessi individuali e collettivi. In passato non si prendevano in considerazione gli effetti delle azioni economiche e produttive sull’ambiente, invece negli ultimi anni, si è affermata una peculiare attenzione sul bisogno di riconciliare il processo di
sviluppo economico con la protezione dell’ambiente.
Nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il Diritto ha operato una vera e propria rivoluzione: si è smesso di considerare l’industria come “nemica” dell’ecosistema e sono state introdotte misure a sostegno delle imprese che, ad esempio, impiegano energia derivante da fonti rinnovabili. Questa pacificazione tra industrializzazione e salute dell’ecosistema, non pregiudica la qualità della vita degli abitanti dell’area in cui i provvedimenti vengono realizzati. Da ciò, è iniziata a maturare una concezione
di ambiente come interesse superindividuale. Si tratta dunque di gestire la complessità da un punto di vista giuridico e sociologico. Il professor Federici ne evidenzia tre macro aree. La crisi ambientale, con il progressivo deterioramento dell’industrializzazione.
Terni, alla fine dell’800, era una città fiorente, per l’energia a basso costo e per la sua posizione strategica, al riparo dai bombardamenti navali. Questa storia del progresso, lascia le macerie e dei danni alla salute dei cittadini.
La crisi economica è una conseguenza della crisi dell’indotto, che inevitabilmente ha generato la perdita dello sguardo al futuro, soprattutto da parte delle nuove generazioni. Infine, la crisi dovuta all’invecchiamento della popolazione, con ricadute demografiche. Dai
dati oggettivi emersi dalla Ricerca Sociale, è difficile declinare le difficoltà.
Quali sono le ricadute nella vita delle persone? Senza dubbio, la perdita di fiducia. La fabbrica aveva una sua dignità, favorendo la creazione di forti legami sociali. Oggi è scomparso il sorriso. Non si vede più nessuno sorridere. C’è bisogno di un’inversione di tendenza. E’ una condizione tormentosa, provocata dall’assurdità del dolore di fronte alle macerie, e non rovine, di un’epoca ormai passata.
“Festival della Sociologia” Narni, 6/7/8 Ottobre 2023
LA VOCE DEI GIOVANI
Intervista a SOFIA FRANCUCCI, studentessa presso i “Licei Angeloni” di Terni
CLASSE 5°B indirizzo SCIENZE UMANE
1. In relazione a quanto è emerso dal convegno “Il volto del Territorio, la maschera della città”, pensi che i giovani hanno la speranza di un futuro migliore?
Come recita un famoso detto La speranza è l’ultima a morire. Tra i miei coetanei, regna la sfiducia, un senso di vuoto, pensando al proprio futuro. E’ vero, è difficile sorridere, è difficile anche sognare, ma io mi sforzo di farlo.
2. Quali sono le tue aspettative?
Ho scelto autonomamente e consapevolmente l’indirizzo Scienze Umane, perché voglio diventare un’insegnante. Sono molto soddisfatta del percorso che ho fatto e, giunta al 5° anno, ho deciso di iscrivermi alla Facoltà di Scienze della Formazione primaria, presso l’Università di Perugia.
3. I tuoi compagni di classe, proseguiranno gli studi come te?
Alcuni sì, altri vogliono entrare nel mondo del lavoro, altri non sanno quale strada intraprendere. Credo che, per operare delle scelte determinanti per il futuro di ognuno, ci sia bisogno di più informazione. E’ necessaria una rete di collegamento tra le scuole, le Università, gli Enti locali, le Associazioni, le aziende presenti nella nostra Regione. Non conoscendo le risorse presenti nel nostro territorio, molti pensano che all’estero possano trovare la Terra Promessa. Io amo l’Italia e la mia città. E’ vero, ci sono molte rovine, come sottolinea il professor Federici, però dobbiamo salvare il salvabile!
Samuela Dolci