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IL PONTE DEL TORO…O DEL TIRO?

A Terni e in Valnerina tutti conoscono il Ponte del Toro, il famoso manufatto sito a poche centinaia di metri dalla Cascata delle Marmore.

Fu Luigi Lanzi che agli inizi del XX secolo riscoprì questo importante monumento (riportato alla luce un secolo prima dall’Ing. Riccardi) e fu sempre lui che lo denominò “Ponte del Toro”. Il termine “Ponte” gli venne attribuito perché ad una prima analisi visiva per il Lanzi aveva tutte le caratteristiche di un Ponte con arcata centrale, costruito in blocchi di pietra in una zona prospicente il fiume Nera che in questo modo doveva essere attraversato dagli antichi. Il termine “Toro” invece venne invece aggiunto semplicemente perché la zona dove era ubicato il manufatto veniva da sempre chiamata Vocabolo Toro.

Negli anni ci sono stati molti storici e ricercatori che hanno approfondito il discorso del “Ponte del Toro” ma è solo grazie a delle ricerche archeologiche effettuate nel 2016, in occasione di un importante lavoro di restauro del sito, che oggi è stato appurato che questo enorme manufatto di pietra non sia un Ponte ma una gigantesca opera idraulica realizzata dagli antichi Romani successivamente ai grandi lavori della Cascata delle Marmore.

Per approfondire la storia archeologica del “Ponte del Toro” consiglio di leggere il testo “L’Antico Ponte del Toro a Papigno. Restauro di un Bene Archeologico e Valorizzazione di un Paesaggio culturale – Carlo Virili e Miro Virili” uscito su Memoria Storica (52-2018) e scaricabile sul sito Academia.edu .

Ma questo mio articolo non vuole approfondire la storia del “Ponte” in quanto manufatto. Vorrei invece concentrarmi sul termine “Toro” un termine che non dà informazioni chiare poiché il Toro, in quanto animale dalle lunghe corna, in quella zona non si è mai visto né oggi né nei secoli passati. Quello che sappiamo è che i Toponomi moderni sono dei termini più antichi che si sono modificati nel tempo giungendo a noi completamente stravolti sia nella forma che nel significato.

Pensando quindi da quale termine derivi il “Toro” odierno mi è venuta in mente la leggenda del Drago di Terni, il Thyrus.
Grave carenza per Terni il non avere documenti antichi e chiari sulla leggenda del Thyrus, di cui la miglior versione che abbiamo è quella riportata da Elia Rossi Passavanti sul suo libro “Interamna Nahars”.
Il Passavanti scrive precisamente “Una leggenda, che deve riferirsi alle origini della città, narra che un tempo un mostro orribile, una specie di drago o serpente alato dimorasse nei terreni paludosi presso la località chiamata «La Chiusa». Gli abitanti morivano soffocati dall’alito pestifero che sprigionava il mostro. Allora un giovane animoso, armatosi, andò incontro alla bestia ch’era nascosta tra la vegetazione palustre, e, scovatala, dopo aspra lotta la uccise, liberando da morte i poveri cittadini. In ricordo di tale avvenimento si dice che Terni abbia voluto porre la chimera verde nel suo blasone”.

Quello che colpisce di questa leggenda riportata dal Passavanti è la località detta “La Chiusa” dove si supponeva vivesse il Drago. Ora, dagli studi fatti sulle fasi delle grandi paludi che si formavano lungo il fiume Nera, si sa che la palude che andava da Terni fino a Ferentillo si formava per uno sbarramento naturale che si formava nella zona tra Pentima e Papigno, quindi nelle vicinanze del “Ponte del Toro”.
Quello che voglio quindi ipotizzare è che forse il “Toro” del Vocabolo e del “Ponte” deriva da un toponimo riferito alla dimora del “Thyrus” che come tutti noi sappiamo viene anche chiamato e trascritto su documenti antichi come TIRO.

Se ci pensate il passo tra Ponte del Toro e Ponte del Tiro è breve, basta cambiare una sola lettera e il nome cambia del tutto forma. Da un normale Torello di campagna si trasforma in un enorme Drago squamato che con il suo alito pestifero terrorizzava la città di Terni!
Chissà se è così, ovviamente non lo sapremo mai… ma sicuramente è una bella supposizione.

Sebastiano Torlini

Redazione:
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