IL CIMITERO

LUOGO DI VITA O DI MORTE?

Il cimitero è un luogo di vita o di morte? La domanda può sembrare banale, ma non lo è affatto. Negli ultimi anni, molti cimiteri europei si sono trasformati in spazi culturali e sociali, ospitando concerti, presentazioni di libri, letture di poesie e spettacoli teatrali. Tuttavia, in Italia, la questione è controversa a causa del forte legame con il cattolicesimo e una visione tradizionale della morte, che genera resistenze verso questa nuova concezione.

Per alcune comunità, i cimiteri non sono solo spazi per i defunti, ma luoghi di pace, serenità e riflessione, ideali per meditazione e introspezione. I critici della nuova tendenza temono che trasformare i cimiteri in spazi di incontro possa sminuire il loro ruolo sacro; tuttavia, i sostenitori affermano che rendere questi luoghi più accessibili e vissuti li aiuta a rimanere vivi nella memoria collettiva. Inoltre, c’è la questione del tabù della morte: nella società contemporanea, dove si tende a ignorare la mortalità, gli eventi culturali nei cimiteri contribuiscono a riportare la morte in una dimensione pubblica, promuovendo dialogo e riflessione.

Questa tendenza trova le sue radici storiche nell’Ottocento, quando si iniziarono a costruire cimiteri monumentali, concepiti come “musei a cielo aperto”, attirando visitatori interessati alle tombe di personaggi famosi. Con l’urbanizzazione, i cimiteri sono diventati spesso l’unico spazio verde disponibile nelle città, offrendo una pausa dal caos urbano. Il Movimento della Public History ha ulteriormente valorizzato i cimiteri come luoghi di educazione e memoria collettiva, promuovendo visite guidate e iniziative culturali. In questo modo, i cimiteri si trasformano in spazi di vita e riflessione, abbattendo il tabù che circonda la morte.

È nata anche una comunità attorno al fenomeno: Nimo, Network in italiano su morte e oblio, che raccoglie tutti gli studi riguardanti la tanatologia e segue gli eventi all’interno dei cimiteri organizzati in tutta Italia. Ad esempio, a Parma si è tenuto il festival ‘Il rumore del lutto’ che tra gli eventi ha visto anche un concerto nel cimitero monumentale.

E a Terni? Stefano de Majo, prendendo spunto da alcune epigrafi della parte monumentale del cimitero ternano, ha realizzato uno spettacolo itinerante La città degli immortali sulla falsa riga dell’Antologia di Spoon River. Andrea Pastore, studioso ternano di tanatologia, aveva presentato un progetto per rendere il cimitero di Terni un “monumento di tutti quanti, cosicché possa stimolare le persone ad avvicinarsi a questo luogo e possa anche portarci a riflettere sul tema della morte”. Quello di Terni potrebbe diventare, nell’ambito di una rete nazionale, un progetto pilota.