La vita religiosa femminile nella Valnerina e il convento di Sambucheto
La vita religiosa femminile nel territorio di Ferentillo, così come in altre zone della Valnerina, è stata storicamente intensa e significativa. Testimonianze di questa fervente attività spirituale sono visibili ancora oggi attraverso monumenti e ruderi.
Il ritrovamento dell’altorilievo e il suo significato
Recentemente, dal muro dell’antico convento di Santa Maria della Consolazione a Sambucheto di Ferentillo, è riemerso un altorilievo scolpito su pietra bianca. La scultura raffigura un giglio, simile a quello presente nello stemma del comune di Ferentillo. Questo reperto è incastonato nel muro divisorio tra la cappella e il piccolo chiostro del convento.
L’altorilievo, inizialmente interpretato come un giglio, potrebbe in realtà rappresentare una pianta di sambuco, simbolo della frazione di Sambucheto, come raffigurato in un affresco nella Chiesa di Santa Caterina. Tale interpretazione suggerirebbe che il reperto risalga alla fondazione del convento, avvenuta per opera di Adelasia.
La storia del convento e la figura di Adelasia
L’antico convento, un tempo luogo di reclusione per monache, fu attivo fino al XVIII secolo e comprendeva anche una chiesa dedicata a San Giacomo. Dal 1860, sia il convento che la chiesa sono passati in proprietà privata.
Il primo romitorio fu fondato dalla duchessa Adelasia, moglie del duca longobardo di Spoleto Faroaldo I. Adelasia, morta in odore di santità, si ritirò in questo luogo, che divenne parte integrante della storia di Ferentillo e dell’Abbazia di San Pietro in Valle.
Suor Barbara Cherubini e il rogito del 1553
Un altro personaggio femminile di rilievo è Barbara Cherubini di San Mamiliano, che si ritirò a vita monastica a Sambucheto. La sua storia è documentata in un rogito del notaio Paolo Erculei di Matterella, datato 24 febbraio 1553 e conservato nell’Archivio di Stato di Terni.
L’atto notarile, stipulato nel convento, menziona i fratelli di Barbara, Francesco e Domenico, la Madre Badessa suor Evangelista e altre monache, tra cui suor Sebastiana, suor Lucrezia e suor Elisabetta. Come testimoni figurano Sabatino Erculei di Matterella e Battista Misticoni di Sambucheto.
Barbara, al momento dell’ingresso in convento, portò in dote 100 fiorini, pagabili in due anni, oltre a beni in natura come grano, olio e mosto.
Il romanzo “Storia di Barbara Monaca a Sambucheto”
La vicenda di Barbara Cherubini è stata narrata nel romanzo “Storia di Barbara Monaca a Sambucheto” di Carlo Favetti. L’opera offre uno spaccato della vita spirituale nel periodo rinascimentale, descrivendo luoghi, personaggi, emozioni e affetti legati a questa figura storica.
Carlo Favetti