Finalmente la bandiera rossoverde della Ternana appena promossa in serie B sventola sul pennone della fontana di piazza Tacito, come una volta, quando la Ternana andò in serie A: nel 1972/73 e nel 1974/75.
Caroselli di macchine, sventolio di bandiere, nonostante il covid.
E un corredo di canti e di inni, di espressioni dialettali, di slogan ed anche di sfottò.
Sì, un momento di felicità e di ritrovato orgoglio cittadino.
E non solo per i tifosi del calcio. Tutta la città -salvo poche rarissime eccezioni, i soliti burberi denigratori del calcio- ha ritrovato per un po’ gioia e allegria nel festeggiare il ritorno della Ternana in serie B.
Addirittura con 4 giornate di anticipo!
Una marcia trionfale la sua, con record europei di goal e di punti.
Una gioia maggiore anche perché quest’anno, causa pandemia, nessuno ha potuto andare allo stadio, ma grazie all’intuizione e alla generosità del Presidente della Ternana Stefano Bandecchi, è stato possibile seguire le partite in televisione. La curva est non aveva i suoi freak brothers, gli accaniti tifosi che si sono dati questo nome ispirandosi ai protagonisti dell’omonimo fumetto, non di sinistra, (ma forse un po’ sì), né di destra. Non ultras, ma un po’ sì. Solo freak brothers, cioè fratelli fuori di testa appassionati anarchici.
E allora la passione e l’entusiasmo di tutti sono esplosi comunque nelle strade.
Per un po’ molti hanno dimenticato il distanziamento. Uno strappo alla regola, come era già avvenuto a Marzo per la partenza da Terni della corsa ciclistica Tirreno Adriatico a conferma che lo sport è sempre e comunque un momento di aggregazione e spesso riempie di passione e di orgoglio tutt’altro che malcelato. Chi è rimasto a casa ha comunque esposto alle finestre striscioni e bandiere e si è sentito partecipe di una gioia collettiva che da tempo mancava.
La cosa che mi ha colpito è stato il documentario realizzato dal canale youtube inglese Copa90 (“The Working Class Goes to Heaven che dimostra come la squadra sia conosciuta nel mondo e come sia apprezzata per la sua storia, per i suoi colori, per la sua presenza attiva nell’ambito della solidarietà come a San Paolo in Brasile dove in un bar è esposta una sciarpa della Ternana.
Per non parlare delle città italiane come Bergamo (con la squadra dell’Atalanta) e Caserta che sono gemellate con essa.
Ternana cuore d’acciaio: la frase sembra retorica, ma va storicizzata.
Un tempo, quando la Ternana giocava nel vecchio stadio, erano proprio gli operai dell’Acciaieria i maggiori tifosi che si recavano nel campo in viale Brin dietro la fabbrica per vederla giocare.
Cuore d’acciaio: è in fin dei conti quello che ha dimostrato la squadra nel portare avanti questa avventura.
Cuore d’acciaio per le sue qualità di gioco, ma cuore d’oro per le tante Iniziative solidali a cui hanno partecipato i giocatori a favore della gente bisognosa che in questo momento di pandemia da covid si trova in grandi difficoltà economiche.
Anche questo ha di nuovo avvicinato la gente alla squadra.
Curiosità
Le fere è un termine dialettale con cui si indicano i giocatori della Ternana: significa fiera, belva, anche con riferimento al drago che è anche lo stemma di Terni. Deriva dall’espressione dei tifosi che quando la squadra vinceva dicevano: “Visto che fere!”
I colori rosso e verde della maglia della squadra hanno origini lontane.
Leggiamo nella Storia di Terni dell’Angeloni che il Magistrato che abitava il Palazzo Priorale vestiva in estate con “lunghi mantelli di zambellotto chermisino ad onda”, d’inverno “di scarlatto” e durante il periodo quaresimale di “colore paonazzo”.
Tale autorità aveva una “onorata famiglia di trombetti e ministri per suo servizio, che vestono alla divisa della Città di rosso, fasciato di verde”.
E allora, per una volta, spogliamoci dei panni paludati della cultura e intoniamo Forza fere!
Loretta Santini