LA MAGIA CHE SI CREA NEL MESCOLARE QUESTI DUE INGREDIENTI
Proviamo a chiudere gli occhi, proviamo ad immaginare il profumo che si sprigiona da un impasto composto di farina, acqua e lievito riposto lì al caldo…
È l’impasto del pane, un elemento vivo, che si modifica in continuazione e che richiede una relazione molto forte tra chi impasta e lui stesso, una relazione fatta di movimenti e di tempi giusti da rispettare.
Le mani nella pasta, il tutto che va maneggiato con pazienza ed amore, senza innervosirsi se le mani si sporcano più delle nostre aspettative o se la farina svolazza dappertutto.
Ecco, questa è la magia che si crea: l’atto dell’impastare ci consente di portare la nostra attenzione su ciò che stiamo facendo perché non basta seguire semplicemente la ricetta ma, creare un impasto, ci costringe a dosare i vari elementi ed osservare come stanno reagendo tra di loro.
Tutti questi movimenti, con l’obiettivo che il risultato dovrà essere “buono”, ci costringono a stare nel “qui” ed “ora” facendoci, anche solo momentaneamente, sospendere i cattivi pensieri.
Ci riconnettiamo con il nostro corpo e non solo grazie ai movimenti che siamo costretti a fare per creare l’impasto ma anche grazie a tutte le sensazioni diverse che ci coinvolgono come il tepore dell’acqua che sentiamo sulle mani, la farina che diventa appiccicosa, il profumo che sprigiona il lievito.
“Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane, di gente che ama gli alberi e riconosce il vento.” (Franco Arminio)
Federica Battaglini