Perché tutti dovremmo avere almeno una pianta in casa e in ufficio
Il termine “biofilia”, coniato per la prima volta agli inizi del secolo scorso da Erich Fromm, per descrivere la tendenza psicologica ad essere attratti da tutto ciò che è vivo e vitale, e ulteriormente sviluppato dallo psicologo e professore di Harvard, Edward O. Wilson, significa letteralmente “passione per la vita” e più semplicemente si riferisce all’innata necessità dell’umanità di connettersi con la natura e l’ambiente naturale.
I benefici che ci vengono quando trascorriamo del tempo all’aria aperta sono noti e nei boschi è possibile sperimentare appieno l’effetto biofilia. I grandi spazi verdi possono fare una differenza positiva nell’atteggiamento e nello stato mentale, ma quando si lavora non è sempre facile trovare il tempo per uscire. È proprio per questo motivo che il “design biofilico”, che introduce e fonde la natura negli spazi interni, sta diventando una pratica sempre più diffusa.
Si sa, anche, che le piante all’interno di uffici e case, non hanno un ruolo solo psicologico ed ornamentale, ma fungono da veri e propri filtri dell’aria che respiriamo e sono un’arma formidabile per assorbire le onde elettromagnetiche. Alcune piante in particolare hanno la capacità di eliminare completamente dall’aria i cosiddetti composti organici volatili, ossia quell’insieme di sostanze presenti nell’ambiente e responsabili di allergie, disturbi cronici e altre malattie che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità causano oltre 1,6 milioni di morti ogni anno. Non mancano gli studi scientifici a supporto.
Uno studio condotto presso la University of Georgia ha infatti dimostrato che le piante da interno non sono solo in grado di preservare la salute di chi vive negli ambienti in cui esse si trovano, ma hanno anche effetti benefici sulle performance lavorative in quanto contribuiscono a ridurre significativamente i livelli di stress grazie alla loro azione purificante. Alcune hanno proprietà disinquinanti, soprattutto la Tillandsia, definita infatti pianta antiradiazioni. Poi c’è la melissa, che secondo uno studio condotto presso l’University of Ohio, favorisce il buonumore grazie agli oli essenziali presenti nelle sue foglie. Secondo il professore Tove Fjeld avere un po’ di verde al lavoro riduce mal di testa, stanchezza, prurito agli occhi, mal di gola e fa diminuire l’assenteismo. Marlon Nieuwenhuis, ricercatore in Psicologia presso l’Università di Cardiff, ha riscontrato che la presenza di piante in ufficio aumenta la produttività dei dipendenti del 15%.
Uno studio condotto per la NASA ha dimostrato che avere delle piante in ufficio migliora il rapporto con i colleghi e facilita il lavoro di squadra.
Secondo gli esperti del settore, il modo più efficace di “incorporare la biofilia” è di usare le piante in un modo non troppo formale e strutturato; dopotutto le disposizioni rigide di piante identiche tra loro non sono molto “naturalistiche”, quindi varietà di forme, dimensioni e persino colore possono fare una grande differenza.
Dopo aver analizzato 28 piante ornamentali comuni, i ricercatori ne hanno individuato alcune super-potenti, ottime per purificare l’aria liberandola dalle sostanze volatili inquinanti. Si tratta dell’edera inglese, del fiore di cera e della felce, di qualità addirittura superiore la Tradescantia pallida, considerata un eccellente filtro depuratore. E chi più ne ha, più ne metta!
Alessia Melasecche
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