Domani è un altro giorno… si vedrà!

L’epidemia accelera il futuro, questo il titolo del mio editoriale di aprile; in maggio ho proposto invece alcuni aforismi a corredo del concetto originario di polis e di quelli attuali di città diffusa e città smart: prime brevissime esposizioni che anticipano una compendiosa trattazione in forma di libro (spero possa veder luce entro questo stesso anno) scritta a molte mani e a fecondissime menti, avente come obiettivo l’analisi e la descrizione di un possibile e fausto domani per Terni. Aggiungo qui delle argomentazioni in più, sperando che il nostro impegno possa stimolare in tutti noi pensieri, suggestioni, voglia di diventare protagonisti della propria vita. Ricorderete il mio aforisma scritto nell’editoriale di aprile: Il futuro non è un frutto che cade dall’albero. Il futuro è l’albero piantato da te. Occorre dunque che qualcuno semini affinché il silenzio assordante di chi dovrebbe pensare alla città, perché ne ha assunto (capio) il munus, l’incarico, si trasformi alfine in voce stentorea (quella stessa evocata da Aristotele, se ricordate), volontà e capacità di confronto.

Ogni cambiamento, nella storia dell’uomo, è stato determinato da cultura e tecnologia. Se consideriamo che mai prima d’ora cultura e tecnologia sono state così potenti e così straordinariamente rilevanti, dovremmo concludere che il cambiamento adesso in atto, visibile solo in una sua piccolissima parte, sta precedendo (faccio ancora riferimento al grande stagirita) quello che realmente è in potenza, cioè eccezionalmente dirompente rispetto a tutti quelli precedenti, addirittura inimmaginabile per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Terni per sopravvivere e non ridursi a un piccolo paesino della Valnerina, dovrà essere una città smart, cioè intelligente, efficiente, flessibile ed ecocompatibile. Dovrà avere, soprattutto, una immagine chiara, netta, comprensibile e, anticipando il futuro, saprà modificare usi, costumi, comportamenti, seguendo anche, ma solo in piccola parte, le indicazioni che l’epidemia sta imponendo. Il vero motore del cambiamento sarà la tecnologia che, inevitabilmente, arrecherà, anche se lentamente, alterazioni anche per i nostri sensi.

L’assenza dei tubi di scappamento maleodoranti ci consegnerà una città con un inquinamento irrilevante.
La mobilità sarà in prevalenza di natura elettrica, con consistente ricorso alle piste ciclabili (Terni è la città più pianeggiante dell’Umbria e ancora stiamo quasi a zero con tali piste!). Finalmente respireremmo, in centro città particolarmente, senza il timore del tumore in corso. Ne trarrebbe beneficio anche il nostro odorato che potrà respirare i profumi del verde e dei fiori in città e quelli provenienti da botteghe artigiane, da prodotti caratteristici, pasticceria in particolare. Gli orti urbani (splendidi jardins ouvriers, giardini operai di fine Ottocento promossi da l’Abbé Jules-Auguste Lemire), gli orti di comunità o gli orti sui tetti (i primi community gardens nascono già dalla seconda metà del secolo scorso nelle metropoli statunitensi e canadesi) e i boschi verticali (come nei due splendidi palazzi residenziali a torre progettati una decina di anni fa dal celebre Architetto Stefano Boeri) renderanno la città più verde, più profumata, più vicina agli esseri umani. Una Terni che riscoprirà i prodotti della propria terra così tanto amati e pubblicizzati negli scritti dei visitatori del Grand Tour e recupererà così i sapori locali, quelli di nostra produzione, gli eccezionali piatti della nostra tradizione ed i prodotti di stagione a chilometro zero. Ne trarrà gran beneficio il senso del gusto. La nostra città, già bellissima, diventerà più bella da vedere ed ammirare perché non ci saranno cavi e fili appesi a tralicci e cimiteri di automobili accatastate su ogni spazio libero. Al loro posto fibra ottica interrata e parcheggi in punti nodali della periferia, anche nel sottosuolo, collegati al centro città con veicoli elettrici in servizio continuo.
In assenza di rumori dei clacson e del traffico, grazie alle silenziosissime automobili ibride o elettriche o a idrogeno, e delle auto con guida autonoma (o esterna o remota), torneremo ad apprezzare suoni armoniosi e carezzevoli. Le nostre dita saranno molto impegnate nel mondo del pigia i tasti o tocca-sopra che abolirà cavi e spine attaccate al muro e così anche il tatto subirà modificazioni in virtù del rapporto stretto con il mondo digitale.

Ci sarà molto di più per ognuno di noi, ne beneficeranno tutte le espressioni e le aspirazioni spirituali ed artistiche della comunità, ci sarà spazio per i professionisti della qualità e dimenticheremo, come è sempre stato, vecchie usanze ed antichi comportamenti. La qualità in ogni settore sarà superiore a quella di adesso e gli attuali dilettanti spariranno. Poi, di nuovo, ci saranno altri dilettanti ed altri professionisti della nuova qualità. E ci saranno ancora cambiamenti e ancora e ancora e poi… lo vedrete voi!

Giampiero Raspetti