Dallo smart working non si torna indietro

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Diversificare e adattarsi, le regole per le startup

Una startup con il portafoglio clienti fuori Terni, una nuova impresa che punta forte sul locale. Visioni e strategie differenti ma che hanno un comune denominatore: la necessità di adattarsi velocemente a un mondo del lavoro in frenetico aggiornamento. In modo da ridurre i rischi d’azienda. Dopo aver intervistato il sindaco Latini e dopo aver ascoltato tre imprenditori con un’attività consolidata nel tempo, La Pagina propone i punti di vista sul prossimo futuro della città, sotto il profilo economico/commerciale, di due realtà avviate negli ultimi anni. Da un lato Bloom – Spazio Condiviso, il coworking in pieno centro (via Galvani) lanciato dalle imprenditrici Giulia Tamburrini e Melanie Gregori; dall’altro la RDPower, azienda che si occupa di ricerca e sviluppo per conto terzi, di Emilio D’Alessandro e Simone Arca.

Versatilità – “Abbiamo aperto questo spazio condiviso -spiega Giulia, architetto d’interni- il primo febbraio 2021. Quindi in piena pandemia. Già in precedenza avevano avviato un’attività del genere e durante il periodo più difficile legato al Covid abbiamo visto che c’era comunque molta richiesta di un nuovo approccio all’operatività, da parte di aziende e professionisti. Tanti erano spaventati e magari non uscivano nemmeno di casa, ma tantissimi chiedevano informazioni su come poter lavorare da noi, senza andare in ufficio e in piena sicurezza. Questo ci ha fatto capire che le modalità di lavoro ormai sono profondamente cambiate: e siamo andate avanti per la nostra strada”. Insieme a Giulia c’è Melanie, designer di interni. “Da noi vengono professionisti, studenti, docenti per la Dad: abbiamo un pubblico eterogeneo e la nostra parola d’ordine è la versatilità. Capiamo che è fondamentale essere pronti, come azienda, ad adeguarsi a nuove esigenze, che possono concretizzarsi anche all’improvviso, come capitato con il Covid. Per questo offriamo diversi servizi a diversi clienti: chi vuole la scrivania, chi vuole l’open space, chi una sala riunioni e chi un ufficio tutto per sé. Abbiamo tutto. In questo modo riusciamo ad ampliare il nostro portafoglio. E di una cosa siamo sicure: il mondo del lavoro non tornerà indietro. Lo smart working resterà un paradigma per tutte le aziende”.

Un non luogo – La RdPower fa ricerca per altre aziende. “Per le imprese avere un reparto che si occupa di ricerca e sviluppo è molto dispendioso -spiegano D’Alessandro, pescarese, e Arca, ternano- e noi occupiamo quella casella. Ci occupiamo non solo di progettare software e programmi nel settore dello sviluppo, ma anche della realizzazione”. La Rd Power è una startup nata dieci anni fa sfruttando i percorsi individuati dalla Regione: oggi ha due sedi (Terni e Pescara), e proprio questo rappresenta un punto fondamentale per essere riusciti a fronteggiare il periodo del Covid (ma anche la crisi del 2008) senza troppi scossoni. “Ci occupiamo in particolare del settore petrolifero e farmaceutico, nonché di prototipazione, ottimizzazione di processo, system integration. Abbiamo clienti da tutta Italia e anche internazionali (di recente hanno realizzato un software per il controllo qualità per un’azienda sudafricana, ndr). La pandemia? Le nostre commesse non sono calate. Anche perché abbiamo strutturato il nostro lavoro in maniera efficace: il fatto di poter contare su due sedi, vicino alle nostre abitazioni, ci ha permesso di poter tranquillamente continuare a lavorare anche in azienda in maniera autonoma, soprattutto per la fase di progettazione e condivisione. Un esempio: conti alla mano, nel 2019 abbiamo speso circa 12mila euro per spostamenti, tra riunioni a Milano e incontri in giro per l’Italia. Queste spese si sono abbattute, ma la produttività no: tramite il lavoro da remoto tutto è stato ottimizzato, senza far scendere i livelli qualitativi. Nel prossimo futuro il mondo del lavoro non potrà tornare indietro: ormai è chiaro a tutti che l’ottimizzazione dei tempi, dei costi, della salute dei dipendenti, conviene a tutto il sistema, sfruttando a pieno le nuove tecnologie. La strada indicata è quella e noi ci siamo avviati lungo questo percorso”.

Massimo Colonna