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DAGLI EPISTOLARI ALLE COMUNICAZIONI VIRTUALI

Qualche anno fa sono stato alla presentazione di un libro che conteneva il prezioso epistolario fra una poetessa nata nel 1870 ed il suo amato. Il saggio presentato, oltre ai suoi specifici e scrupolosi contenuti di carattere storico-letterario, di fatto evidenziava anche interessanti aspetti sociologici, relativi all’evoluzione della tipologia delle comunicazioni a distanza.

Rispetto a quei tempi l’evoluzione tecnologica ha modificato radicalmente il nostro modo di relazionarci. La comunicazione epistolare è scomparsa ed è pressoché sconosciuta ai giovani, che sono oggi assuefatti a messaggi scritti e vocali, lapidari e sinteticamente anonimi. Lo scambio epistolare per le sue contingenze è il simbolo di un mondo che è cambiato a seguito di un irreversibile mutamento nei rapporti sociali.

Fra amanti non ci sono più lettere struggenti e profonde, ma comunicazioni di servizio che hanno sostituito un reale dialogo (anche quello telefonico sembra superato); questo stile è utilizzato anche fra persone fisicamente prossime. Nel rapporto epistolare invece ci si avvicinava all’amato/a in maniera intima, rivelando confidenze e segreti, segno di una malinconica complicità che poteva legare affettivamente anche per sempre. Ci si conosceva profondamente e l’amore poteva subire evoluzioni in positivo o in negativo. La distanza imponeva tempi di attesa durante i quali con la fantasia ci si rappresentavano le reazioni del destinatario; la risposta si attendeva con trepidazione unita ad aspettative e ad illusioni.

Nello scritto si cercava di esaurire, senza essere mai prolissi, tutte le questioni in sospeso sperando di suscitare riflessioni e riscontri. Nel tempo digitale tutto questo è finito. Regna la fretta, l’immediatezza, non c’è spazio per la riflessione. Le storie d’amore, anche importanti, possono nascere e finire con un messaggino in chat o un sms. I sentimenti, che prima andavano espressi, ora sono sintetizzati da forme standardizzate.

L’esigenza di manifestare una sensazione o un’emozione, è surrogata dalla digitazione sulla tastiera di un’emoticon. Provi vergogna o imbarazzo? C’è la faccina che arrossisce.
Devi inviare gli auguri di compleanno a qualcuno?
Puoi mandare icone che rappresentano un pacco, una torta, un mazzo di fiori. Tutto virtuale. Sei innamorato? Diglielo con un cuoricino: puoi scegliere anche il colore per puntualizzare il tuo stato. La fragilità grammaticale e sintattica si dissolve grazie ai correttori o a strumenti come il T9.

La comunicazione ora serve per avere risposte lampo come fissare appuntamenti. I vantaggi nel mondo del lavoro sono innegabili. La posta elettronica consente l’economicità che deriva dallo scambio di battute veloci; accorcia le distanze e la durata di un discorso permettendo di guadagnare tempo utile. Se si comunica con gli strumenti virtuali non residua nulla di tangibile, come l’intrigante documentazione cartacea.

La corrispondenza telematica manca del confronto personale, di umanità, della pazienza di uno sforzo di comprensione, di empatia. Il progresso ci ha snaturato e reso tiepidi nei sentimenti? La situazione è peggiore o migliore rispetto al passato? Non ha senso chiederselo.

I tempi cambiano inesorabilmente e ci si affaccia sul mondo non dalla finestra di casa o dell’ufficio, ma dallo schermo del pc, del tablet e dello smartphone.

Roberto Rapaccini

 

 

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