In generale si parla di coincidenze quando avvengono degli eventi che sembrano straordinariamente improbabili, e, nonostante stuzzichino la nostra curiosità, sono in realtà spesso “solo” il risultato dell’implacabile manifestarsi delle leggi di probabilità, con “lo zampino” del nostro cervello.
Ad esempio, a me è capitato di incontrare, anni dopo la maturità, un compagno di classe del tempo delle scuole superiori con cui non ero più in contatto, all’uscita di un ristorante di Tel Aviv, e devo ammettere che lì per lì la cosa mi è sembrata avere dell’incredibile, ma se consideriamo il numero di persone che incontriamo ogni giorno e i luoghi che visitiamo (io devo dire sono spesso all’estero per lavoro), la probabilità che ciò accada aumenta notevolmente. Ci viene incontro la “legge dei grandi numeri” che, con riferimento alle coincidenze, spiega che anche eventi rari, ma possibili, diventano quasi inevitabili con il passare del tempo e/o dei tentativi.
Attraverso il calcolo delle probabilità, possiamo quantificare quanto sia probabile che un certo evento si verifichi. Un esempio classico è quello che i matematici definiscono come il “problema del compleanno”: quante persone ci vogliono per avere il 50% di probabilità che due persone compiano gli anni lo stesso giorno? È evidente che, in un gruppo di 366 persone, c’è il 100% di probabilità che il compleanno di due di loro cada nello stesso giorno, dal momento che in un anno ci sono 365 giorni, escludendo gli anni bisestili. Ma si può essere quasi certi che succeda anche con un gruppo di persone molto più piccolo; infatti, per ottenere una probabilità superiore al 50% che in una stanza ci siano due persone che compiono gli anni lo stesso giorno bisogna metterne insieme solo 23. Un numero così basso potrebbe sembrare strano, ma considerate che ogni persona che si aggiunge viene confrontata indipendentemente con ogni altro membro del gruppo.
Con 23 persone ci sono 253 potenziali accoppiamenti, e quindi ottime probabilità che due di loro abbiano il compleanno in comune (per i dettagli dei calcoli si può far riferimento al sito https://www.geopop.it/ilparadosso-del-compleanno-quanto-e-probabile-chedue-persone-siano-nate-lo-stesso-giorno/).
Non solo matematica, anche la nostra personale percezione gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui interpretiamo le coincidenze. Eventi statisticamente prevedibili possono sembrare straordinari a causa del modo in cui il nostro cervello elabora e “pesa” le informazioni. Questo è noto come bias cognitivo, e può portare a sovrastimare l’unicità di alcune coincidenze.
Vi sarà capitato di ascoltare, casualmente, la vostra canzone preferita più di una volta nello stesso giorno: al bar mentre bevevate il vostro caffè, in un negozio mentre facevate acquisti e alla radio mentre tornavate a casa dal lavoro. Tecnicamente si chiama “fallacia
dello scommettitore” o “fallacia di Montecarlo” (per via di una storica nottata del 1913 quando al Casinò di Montecarlo la pallina della roulette è finita su un numero nero per 26 volte di seguito), e rappresenta la propensione del nostro cervello a ricordare più facilmente le cose belle, i desideri o, più in generale, a selezionare determinate cose e dimenticare subito tutte le altre. Tornando all’esempio citato, il cervello quel giorno vi ha fatto dimenticare immediatamente le decine di canzoni che probabilmente avrete ascoltato di sfuggita e le tre volte che siete incappati nella vostra canzone preferita, invece, sono state subito rilevate.
Il problema di come si ripeta un brano in una playlist ha creato non pochi pensieri anche ai programmatori di iPod prima e di Spotify poi, solo per citarne alcuni.
Molti utenti si lamentavano di ascoltare in modalità “casuale” sempre gli stessi brani. Come è stata risolta la questione? Sfruttando proprio la “fallacia dello scommettitore”, è stato creato un algoritmo che dispone in maniera più costante le canzoni che si presume piacciano all’utente. Ad esempio, se in una playlist ci sono quattro canzoni dello stesso autore e quindi è molto probabile all’utente piaccia, queste si ripresenteranno ad intervalli grossomodo regolari con una frequenza del 25%. Il cervello avrà la sensazione di sentire quasi sempre belle canzoni, e continueremo a credere di ascoltare dei brani perfettamente mescolati tra di loro.
Le coincidenze sorprendenti sono spesso una cosa del tutto naturale e il fatto che possano essere spiegate attraverso la matematica e la statistica non ne attenua la sorpresa e il fascino, ma ci aiuta a comprendere meglio il mondo intorno a noi.
Alessia Melasecche