CHE COS’È LA FINANZA AGEVOLATA PER LE IMPRESE

Con finanza agevolata per le imprese, si intendono tutti quegli interventi e strumenti promossi dal legislatore a livello comunitario, regionale o nazionale e messi a disposizione delle imprese con lo scopo di incentivare progetti di sviluppo economico e investimento.

Infatti, Stato, Regioni e Unione Europea offrono alle imprese finanziamenti, agevolazioni, contributi e altri strumenti finanziari a condizioni più vantaggiose di quelle di mercato per consentire la crescita delle imprese attraverso l’assunzione di nuovo personale o la realizzazione di nuovi investimenti e progetti, con lo scopo ultimo di favorire lo sviluppo del tessuto imprenditoriale nazionale e incrementare la competitività delle imprese esistenti e/o la nascita di nuove realtà imprenditoriali (le cosiddette startup).

Per favorire la crescita delle imprese la finanza agevolata si avvale di agevolazioni di diversa natura, che vanno da contributi a fondo perduto, a finanziamenti agevolati e interventi in conto garanzia, crediti di imposta e incentivi fiscali. Questi possono essere classificati secondo una prima distinzione tra contributi diretti nel caso si parli di contributi elargiti in denaro e contributi indiretti, quando cioè l’impresa ha la possibilità di sfruttare benefici fiscali per investimenti.

Vediamo nel dettaglio le tipologie di strumenti più utilizzati:

  • finanziamento agevolato: si tratta di un prestito alle imprese di durata variabile concesso a condizioni e tassi più convenienti rispetto a quelli proposti dal mercato;
  • contributo a fondo perduto (o contributo in conto capitale): consiste nell’erogazione di una somma in denaro non soggetta a obbligo di restituzione;
  • voucher: si tratta di un tipo di contributo a fondo perduto che prevede il rilascio di un buono volto a sovvenzionare determinate attività d’impresa;
  • credito d’imposta (o bonus fiscale): è una forma di contributo a fondo perduto erogato sotto forma di credito d’imposta che il contribuente può vantare nei confronti delle casse dello Stato. Quando il credito d’imposta ha carattere di incentivo di spesa prende il nome di “bonus fiscale”;
  • contributo in conto interessi: si tratta di una forma di contributo a fondo perduto che copre gli oneri finanziari sostenuti da un’impresa a fronte di uno specifico finanziamento;
  • garanzia pubblica: strumento che sostituisce le tradizionali garanzie richieste per ottenere un finanziamento, volto a facilitare l’accesso al credito per le imprese che non dispongono di sufficienti garanzie o che hanno difficoltà ad accedere al credito bancario. Tramite una fideiussione diretta, co-garanzia o riassicurazione da parte dello stato o dell’Unione Europea si ottiene una riduzione del rischio in capo all’ente finanziatore;
  • contributo in conto garanzia: sovvenzione in denaro che copre i costi sostenuti dall’impresa per prestare determinate garanzie ad un ente finanziatore al fine di ottenere un finanziamento.

Le tipologie di intervento o spese ammissibili (le spese, i costi e gli investimenti che possono essere agevolati) variano a seconda del bando, contributo pubblico o misura specifica di finanza agevolata prevista. Non tutte le spese possono essere infatti oggetti di agevolazione, ma soprattutto è necessario ricordare che solitamente le spese saranno sempre considerate al netto dell’IVA (quindi l’imponibile) e potrebbero comunque non coprire il 100%.

Fatta questa doverosa premessa, le agevolazioni che abbiamo appena visto si possono utilizzare per diverse tipologie di investimento, quali: immobilizzazioni materiali (acquisto di impianti, macchinari o attrezzature), immobilizzazioni immateriali (come software, brevetti, licenze), costi per l’avvio di una start-up (cioè per la costituzione di nuove imprese), terreni e fabbricati, hardware & software, automezzi strumentali, consulenze specialistiche, pubblicità e promozione.

Esistono inoltre i contributi nel “Regime de minimis”, cioè quei contributi di piccolo importo che possono essere erogati senza obbligo di notifica all’Unione Europea da parte dei Paesi membri: proprio perché importi molto piccoli la concessione non influisce sulla concorrenza tra imprese all’interno dello stesso paese o dell’Unione.
L’importo massimo deve rientrare nei 200mila euro nell’arco di tre esercizi finanziari, a prescindere dal tipo di aiuto e dagli obiettivi.

Marco Falluomini