Circa otto mesi fa, nella Sala Consiliare del Comune di Terni, esposi alla Commissione Cultura alcuni dei progetti miei e di Terni Progetta.
Fui onorato dalla presenza non solo dei membri della Commissione, ma di tutto il Gotha politico ternano. I progetti piacquero a tutti, così dichiararono. Poi arrivò, inevitabile, il momento dei litigi tra consiglieri che, usando i progetti come i polli di Renzo, approfittarono per le loro usuali baruffe. Volarono accuse politiche generali anche di presunta incapacità, rivolte a chi allora amministrava, di saper realizzare i progetti, tanto che la sala si era trasformata in una abnorme aula popolata da bambini rissosi ed incattiviti.
Li interruppi, stroncando la gazzarra, affermando che i progetti, essendo io un educatore e una persona che, appunto come educatore, si impegna nella politica e non nella politica di parte, erano destinati alla città, quindi a tutti i suoi rappresentanti e che, su richiesta, li avrei spiegati, illustrati, consegnati a tutti, destra e sinistra, nord e sud, in vista, ovviamente, della loro realizzazione. Un autorevole, serio ed educato, membro del Consiglio Comunale infine disse, pacatamente, che sarebbe stato opportuno sia controllare come l’amministrazione gestiva i fondi per la cultura, sia poter realizzare i progetti in questione poiché avrebbero assicurato un futuro fausto alla città. Finirono di azzuffarsi, non si brindò, però ci fu, con me, grande scambio di indirizzi telefonici, email e di assicurazioni di future collaborazioni. Abbracci e baci, castagnole e pacche sulle spalle.
Poi nulla, poi nulla, poi nulla. Solo meno di un mese fa giunge, da parte di un mio carissimo ex studente, ora avvocato e militante nel M5S, un invito, elegante e delicato: “Lei professore è indispensabile per la città. La preghiamo di aiutarci!”. Non solo ho mantenuto la promessa (non sarebbe stato possibile non mantenerla!), ma l’ho fatto con molto piacere, trattandosi di persone cristalline, semplici, educate, intelligenti. Abbiamo così iniziato a lavorare insieme e sono rimasto molto sorpreso nel constatare i tanti intenti comuni e come erano accolti e recepiti gli studi miei e di chi rappresentavo.
Gli studiosi di Terni Progetta, subito da me resi edotti, provavano, tutti, lo stesso desiderio di collaborare con questi giovani pieni di entusiamo e di giovialità. In questi ultimi giorni ho così mantenuto la mia promessa. Ho lavorato molto, ma ne sto uscendo contento, gioviale e ringiovanito. Mi sono infatti imbattuto solo in persone serie, spontanee, modeste, colte e preparate… corrette nei confronti della società e della cultura, cioè antirazziste, ligie alla nostra sacra Costituzione, cioè antifasciste, umane ed amanti dell’umanità e fiere oppositrici di chi vorrebbe dettar legge su come si deve amare, chi si deve amare e, addirittura, se si deve amare, cioè nemiche dell’integralismo religioso. Sono, soprattutto, pervase, queste persone, da forte dedizione verso esigenze e bisogni dei meno protetti. Finalmente, molto lontano politicamente dalle beghe partitiche nazionali, trovo in questa parte di Terni l’alveo delle mie idee e delle mie speranze, quelle di una persona vissuta sempre come uomo libero e non come cultore di privilegi.
A Terni la sparizione, in pratica, del partito da sempre egemone (che dovrà, prima o poi, interrogarsi sulla sua politica e, spero, cambiare direzione) avrebbe dovuto segnare l’inizio del rinnovamento, a partire da una presenza altissima di votanti. Nulla di tutto ciò. La percentuale è stata molto bassa e i partiti risultati vincitori non sono di primo pelo, anzi. Il partito più giovane, la Lega, ha una storia di governo di più di 30 anni. Difficile dunque pensare al rinnovamento. Di giovane c’è solo il loro candidato sindaco, Leonardo Latini, tranquillo, serio, sicuramente bravo. In questa coalizione la quasi vittoria (il centro-destra è arrivato a meno di un soffio avendo raggiunto il 49,23% dei voti) va attribuita al successo della Lega, indubitabilmente. Proprio ieri, nel corso delle votazioni, il Ministro degli Interni, Salvini, segretario della Lega, annunciava di aver chiuso tutti i porti italiani per la nave Aquarius con a bordo 629 persone, tra le quali 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte. Io personalmente non mi rendo conto della pericolosità terroristica di almeno 141 persone. Ma la notizia ha fatto clamore enorme. Com’è, come non è, la Lega, ieri, ha registrato un balzo prodigioso in avanti, nel Paese come in Terni.
Sembra molto grave per la nostra città questa mancanza di solidarietà, sentimento base per la Terni del futuro che solo persone colte ed illuminate potranno costruire. Certo che è stancante e problematico assistere alla presenza continua di uomini dal destino precario, vaganti e questuanti, vittime spesso di delinquenti che non sono mai puniti. Non mi è ancora ben chiaro però se si è votato, a Terni e nel Paese, per virtù o per paura. Il futuro è galantuomo e ce lo farà di certo sapere.
Giampiero Raspetti