Nei miei post di FB potete leggere giudizi e predizioni in merito a recenti e importanti episodi della politica italiana. Noterete in particolare che, per quanto riguarda il referendum del 4 dicembre 2016 e le elezioni appena celebrate, le mie previsioni hanno sempre, in date di gran lunga precedenti gli eventi reali, rappresentato con esattezza quello che poi è avvenuto. In realtà sarebbe ben strano ch’io possa ragionare e diagnosticare in maniera diversa poiché, oltre a personali studi di logica, matematica, fisica ed informatica, invece di trastullarmi con quelli che una volta si chiamavano pettegolezzi da barbiere, io mi giovo del confronto e del conforto culturale con un numero elevatissimo di sapientes e di amanti della cultura, sia all’interno della Associazione Culturale La Pagina sia nella redazione del magazine La Pagina. Interagendo dialetticamente con loro, sviluppo e miglioro le mie idee e le mie convinzioni. Ringrazio sentitamente allora le solide ed affettuose amicizie, le genuine idee, le colte e preziose prospettive. Auguro altresì che quelli che saranno chiamati ad amministrare Terni abbiano altrettanta buona ventura e dispongano di ottima predisposizione per collaborare, in tutta modestia, con persone molto valide, culturalmente ed umanamente.
La campagna elettorale appena conclusa supera, in indecenza, quanto già palesato nei referendum sul divorzio, sull’aborto, sulla Costituzione. Stesso cliché, stesse modalità propagandistiche. I perdenti hanno, ogni volta, cercato di atterrire gli italiani più indifesi e fragili intellettivamente in merito alla fine del mondo che sarebbe avvenuta di lì a poco, condendo il tutto con particolari velenosi o con giuramenti pomposi, nel caso non avessero vinto loro.
Paese tra guerra civile e cachessia, abbandono dell’Italia da parte delle imprese, italiane e straniere, abbandono della terra natia da parte dei promotori e dei loro servitorelli. E poi promesse, di ogni genere, per far colpo sui cerebro indifesi!
Ma, annunciata la peste, svolte le elezioni, dopo due giorni tutto è rifiorito, non c’è stata epidemia letale, anzi dall’Europa, dalla Borsa, dalla Confindustria giungono solo messaggi positivi!
Ora c’è tanto da fare e spero proprio che i futuri governanti siano convinti che il vero motore di tutto sia la cultura, latino e greco in primo piano! Registro, come evento positivo l’elezione alla Camera dei Deputati di Raffaele Nevi, giovane serio e preparato, al quale vanno le mie sincere felicitazioni, che saprà senz’altro onorare il suo mandato e dar luogo a nuove e colte politiche territoriali!
A Terni, le amministrative dovranno fare i conti anche con questo mutato clima politico, ma i nodi saranno quelli di sempre, l’incapacità cioè di confronto tra amministratori eletti e associazioni culturali della città, in primis quelle che rivolgono, volontariamente e disinteressatamente, studi, impegni, conoscenze, capacità progettuali a favore del proprio territorio. Di questo radicato errore sono tutti responsabili, da sempre, maggioranza ed opposizione.
Avete mai visto infatti un confronto aperto, sia di consulto che operativo, da parte di singoli o di qualsiasi formazione politica presente in consiglio comunale, in merito ai progetti culturali che dovrebbero illuminare il futuro della città? Sono sempre assenti, al mare, come se la cosa non li riguardasse, pronti solo a criticare quello che fanno gli altri. È vero che gli assessori alla cultura, in genere semplici impiegati o impiegati nel circondario partitico, una volta nominati si mettono in mente, all’improvviso, di fare cose che non hanno mai nemmeno pensato, di detenere cultura spropositata, di essere geni della progettualità… peccato però che in precedenza la loro vita si è dispiegata sempre e solo sul non aver mai mostrato niente di positivo a favore della comunità. Gli uni rimproverano gli altri: “tu sei somaro, io sono bravo!”, ma la loro macerante e poderosa azione politica è sempre finita lì. Per politica io intendo, ovviamente, quella progettuale, l’unica che serve per costruire insieme il futuro di una città. Non prendo in considerazione le battaglie per registrare i conti, legittime e necessarie, ma di pochissimo valore rispetto alla problematica generale.
Storicamente si accerta che siamo sempre andati di male in peggio, almeno a partire dai tempi remoti del dopo Porrazzini. Non sono d’accordo sull’oasi felice che avrebbe rappresentato, a detta di interessati, il periodo ciaurriano. Dal punto di vista culturale almeno, sul quale sento di potermi esprimere, si è trattato del periodo più buio mai esistito. Balletti rosa e canzoncine. Rovinati i miei progetti e i miei lavori: Mostra di astronomia Il Cielo e la Terra, Corsa del Bravio, Natale di stelle e di solidarietà (alberi su tappeti rossi), Carnevale nelle 3 piazze, Incontro tra san Francesco e san Valentino. Poi la deflagrazione per liti interne.
Speriamo che i cittadini possano scegliere, come loro rappresentanti, solo quelli che si distinguono per alta cultura (non basta saper leggere, scrivere e firmare la presenza!), che abbiano conoscenza di ricchezze del territorio descritte già da Plinio il Vecchio (è la popolazione più antica d’Italia), il grammatico Stefano di Bisanzio (il loro bestiame genera tre volte all’anno e la loro terra produce più raccolti; anche le donne sono particolarmente feconde giacché raramente partoriscono un solo figlio, mentre hanno parti gemellari o trigemini), Ateneo e Polibio (tenore di vita molto alto) e conoscano bene storia e particolarità della città e quindi abbiano dimestichezza con gli scritti (almeno) di Luigi Lanzi, Elia Rossi Passavanti, Lodovico Silvestri, Francesco Angeloni, Walter Mazzilli. Solo così, conoscendo la storia della nostra città, sapranno quali risorse aveva per poter scorgere quali ancora mantiene. Altrimenti cosa andranno a fare? A fare bucce a un esistente che non esiste più? Avete mai visto un amministratore chiedere cortesemente un incontro, per consulenza gratuita, con autorità culturali acclarate, Loretta Santini ad esempio, che voi lettori conoscete anche perché leggete i suoi editoriali e venite dunque a conoscenza di quante risorse culturali dispone la Terni è bella, tanto da Lei culturalmente divulgata ed amata?
Terni ha tutti gli elementi necessari per raggiungere un futuro radioso. Serve solo allontanare dalle istituzioni politicume e analfabetismo. La città, progettata dalle associazioni culturali, potrebbe avere chance per essere nominata “Città della cultura 2021”, in virtù dei tanti e stupendi progetti che si potrebbero a ragione realizzare in un territorio ricchissimo per tutti tranne per i deprivati culturali. Siano gli eletti in grado di ascoltare i cittadini che sanno migliorare la città e si creino, anche loro, un ridondante circolo culturale, ma non con i cosiddetti intellettuali organici.
Noi, organici a tutte le classi sociali ed all’intero territorio, continueremo a lavorare ed a produrre per la nostra città e per chiunque dovesse domani amministrarla, nella speranza che i cittadini sappiano scegliere persone umili, colte, morali, democratiche.
Giampiero Raspetti