Senza piena consapevolezza stiamo vivendo, tutti, un epocale cambiamento di scena. Sull’immenso palcoscenico terrestre si alternano vicende umane drammaticamente ancorate al passato, alla verità assoluta di un dogma e società pronte a barattare la vita reale con la vita virtuale.
Lo scontro è in atto e le armi usate possono essere ordigni di guerra come strumenti altamente tecnologici non letali, non offensivi, ma ugualmente capaci di annullare la volontà, la capacità intellettiva dell’uomo rendendolo preda di un mondo illusorio.
L’umanità si dibatte tra due ere a confronto che sembrano fronteggiarsi e sfidarsi. Le guerre in atto esplodono per ragioni remote, per contrasti culturali appartenenti a vicende scaturite da differenze ideologiche, religiose, da motivazioni economiche mai risolte, mai sepolte.
Il tentativo è quello di mantenere un ciclo storico ormai agonizzante che mostra l’arresto totale di un sistema culturale che non è progredito nel tempo, che non ha accolto i progressi della scienza di cui l’uomo è artefice. Siamo tutti protagonisti e spettatori di un’era di transizione con tutti i suoi contrasti, le sue divergenze, con il bisogno, da una parte, di conservare una realtà nota e consueta, ma sul viale del tramonto e, dall’altra parte, la consapevolezza di dover affrontare un mondo nuovo, un’era storica che sta avanzando e non può essere fermata. Lo scontro tra modalità culturali contrastanti è l’inevitabile conseguenza per ogni popolo in bilico tra passato e futuro. Ogni giorno passa apparentemente sempre uguale: stessi affanni, speranze e illusioni per sopravvivere, stesse certezze da proteggere e conservare…eppure… Il giorno, nella sua accezione temporale, passa anche in tempo di guerra, stravolto dalla follia dell’uomo, per riempire le pagine di storia da lasciare alle generazioni future. Sì, si sta scrivendo la storia: mentre una parte dell’umanità si appropria di ogni invenzione della tecnica per goderne i benefici, altre parti si annientano con armi costruite dalla stessa scienza. Sì, è questa un’era di transizione, pericolosa, distruttiva, povera di ideali, impreparata al nuovo, abbarbicata al vecchio, disorientata e confusa.
L’ingegno umano, inarrestabile, impone cambiamenti, ma l’umanità è impreparata. Uno sguardo su un mondo brulicante di individui lascia sgomenti: 8 miliardi attualmente di uomini, ciascuno con una sua coscienza, una sua consapevolezza, una sua identità, solo sua, irripetibile…quindi 8 miliardi di coscienze diverse, di modi di essere contrastanti, con visioni di vita divergenti. Sarà possibile un tentativo di intesa tra esseri umani? Sarà possibile accettazione, convergenza di idee tra popoli?
Forse no. Nel tempo, lentamente, l’uomo si è dato delle regole, ha accolto condotte di vita per garantire una pacifica convivenza, ma non è mai riuscito ad andare oltre l’ego che ha sempre condizionato pensieri ed azioni. Economia e politica da una parte, hanno soddisfatto i bisogni contingenti della materia, i dettami delle varie religioni, dall’altra, hanno tranquillizzato lo spirito.
Tre pilastri su cui si sono edificate le sorti dell’umanità e che nel tempo si sono sgretolate fino a diventare una parvenza di esse. La politica appare impastata da “suggestioni” ideologiche non da ideali di giustizia, di equità, di ritrovata dignità che due guerre avevano fatto riemergere dopo aver massacrato per decenni la coscienza di un popolo. Così l’economia, famelica e vorace come mai, sembra adoperarsi a creare dislivelli sociali tali da provocare “diaspore” vere e proprie, fughe disperate alla ricerca di un benessere mai avuto.
In nome del potere, della volontà di sopraffazione si arriva a usare il nome di Dio come promotore di lotte contro un altro popolo, a sua volta, guidato da un altro Dio. Non è mai cessata, progresso o no, l’eterna guerra degli Dei sull’Olimpo. Intanto, mentre così stanno le cose, avanza un futuro intuibile, ma anche inimmaginabile per un uomo che, per molti comportamenti, sembra essere ancora ai primordi. Per agire bisogna sapere, per sapere bisogna conoscere, per conoscere bisogna eliminare ignoranza, sottocultura e prepararsi all’uso di strumenti tanto utili quanto distruttivi e pericolosi. Sarà l’uomo come sempre artefice ed unico responsabile del suo futuro, ma solo con le armi della cultura potrà avere consapevolezza del suo percorso di vita, degli obblighi etici verso la società, solo con una dose notevole di cultura saprà affrontare i cambiamenti inevitabili anche a livello comportamentale, relazionale ed emozionale.
Lo scontro tra intelligenza umana e intelligenza artificiale è appena iniziato e preannuncia esiti imprevedibili e complessi da gestire. Siamo tra due periodi storici, siamo contemporaneamente fine e principio. Un lungo periodo di assestamento, poi…un’era nuova. Il passato apparterrà, come giusto, alla storia dell’umanità, per ricordare che niente nasce dal nulla, che ogni effetto ha la sua causa, le sue radici nel passato.
La domanda da porsi è: ”A che punto siamo?”
La risposta:” Barcollando, ma ce la faremo”
Sandra Raspetti